La scrittrice giapponese Kyoko Hayashi, considerata una delle più grandi autrici del Sol Levante, è morta a Tokyo all'età di 87 anni. L'annuncio della...
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Kyoko Hayashi era una romanziera ma anche e soprattutto una "hibakusha", così si chiamano i sopravvissuti alla bomba atomica di Hiroshima e Nagasaki sganciata il 6 e il 9 agosto 1945 dagli Stati Uniti per accelerare la resa del Giappone. Il 9 agosto 1945 era a Nagasaki, al lavoro in una fabbrica di armi ad Urakami, insieme ad altre studentesse. Da allora ha vissuto con quello che chiamava un «nemico interno», la radioattività nascosta nel suo corpo, indelebile come stimmate.
Hayashi è stata un punto di riferimento assoluto per la memoria della bomba atomica e l'elaborazione di quell'evento di distruzione assoluta. L'autrice si è sempre considerata una «testimone del 9 agosto» e in quanto tale si è fatta carico della narrazione dell'olocausto nucleare affinchè non sprofondasse nell'oblio e mantenesse la sua valenza di monito per le generazioni future.
Il suo libro più famoso «Nagasaki» si articola in quattro storie. Nel racconto «I due segni tombali» i fatti di Nagasaki sono visti attraverso la storia di due ragazze adolescenti, Yòko e Wakako. «Il luogo del rito» ripercorre i giorni seguenti il bombardamento fino a coprire un arco di trent'anni. «Il barattolo» racconta il convivere dei superstiti con il terrore per le conseguenze dell'atomica, mentre «Il raccolto» esprime i timori per la contaminazione generata dall'uso civile del nucleare.
L'opera narrativa di Kyoko Hayashi è stata insignita in Giappone di numerosi riconosciuti, tra i quali l'Akutagawa Prize, il Kawabata Prize, il Tanizaki Prize, il Noma Literary Prize e l'Asahi Prize.
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Il Mattino