Città della Scienza Napoli, un tuffo dentro i buchi neri

Le galassie e gli elementi celesti rimangono in movimento sullo sfondo, alcuni ne sono attratti e risucchiati

Un tuffo dentro i buchi neri
Volendo essere ottimisti, prima o poi capiterà a tutti la possibilità di fare una passeggiata nello spazio. E magari qualcuno, più imprudente di altri, si...

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Volendo essere ottimisti, prima o poi capiterà a tutti la possibilità di fare una passeggiata nello spazio. E magari qualcuno, più imprudente di altri, si spingerà molto vicino a un buco nero, dove le leggi della fisica non valgono niente, per provare l'ebbrezza della forza di attrazione più potente dell'universo. Per ora, agli esseri umani che popolano la terra di questi tempi non è ancora concesso andarsene a zonzo al di fuori della Terra però possiamo vivere l'esperienza di essere risucchiati dentro il fatidico buco nero. Non è necessario spingersi lontano, basta arrivare a Bagnoli, per la precisione a Città della Scienza, dove il suo presidente Riccardo Villari ha appena inaugurato un'installazione immersiva a cura della fondazione Horcynus Orca e dell'Istituto nazionale di Fisica nucleare.

In una sala buia composta da pannelli il visitatore si avvicina virtualmente a un buco nero e ne vive gli effetti di attrazione sulla sua immagine proiettata su uno schermo. Che succede?

La buona notizia è che non muori subito, non vieni spappolato, il tuo corpo non è fatto a brandelli, né in questo caso né nel caso in cui questo incontro ravvicinato dovesse verificarsi per davvero. 

La brutta notizia è che non ne potrai mai uscire fuori e subirai un processo chiamato «spaghettificazione». Per prima cosa tutti i suoni diventano più lenti e profondi, come succede per esempio quando si trattiene un vinile sotto le dita. Poi vedi tutto molto male. Le frequenze diventano più rosse e scure. Se il malcapitato riuscisse a guardare dritto davanti a sé vedrebbe lo spazio incurvarsi, avvicinandosi sempre di più all'orizzonte degli eventi, ossia il confine oltre il quale non esiste nient'altro che il buco nero. Il tempo quasi non ha più valore, la forza di gravità diventa molto più forte sui piedi che in testa, si viene tirati in verticale e allo stesso tempo spiaccicati in orizzontale, come un elastico di gomma.

Una forza potente, e malefica, ti stringe finché non ti spezza le ossa. Il corpo, o porzioni di esso, inizia a «spiraleggiare», come i raggi di luce incarcerati nel buco nero che girano in tondo. Infine, prendi fuoco come uno spaghetto. Intanto, sulle pareti della sala si vede il buco nero assorbire tutti gli elementi dello spazio che si trovano intorno al suo campo gravitazionale. 

Le galassie e gli elementi celesti rimangono in movimento sullo sfondo, alcuni ne sono attratti e risucchiati. A Città della Scienza non si vivono le scene pulp prospettate ma se ne assaggia qualcosa. L'importante, per gli organizzatori, è che al visitatore arrivi un messaggio di stupore, dal cosmo e dagli strumenti tecnologici in grado di riprodurre esperienze futuriste.

«L'installazione permette un viaggio virtuale e immaginifico alla scoperta del cosmo e della materia grazie a forme di insegnamento inedite della fisica e dell'astrofisica pensate per incuriosire e motivare i ragazzi spingendoli allo studio dei mondi lontani e invisibili, e così aprendo alle grandi domande di senso», spiega Giorgia Turchetto, responsabile del progetto. 

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Il Mattino