Vona, esordio da scrittrice con educazione sentimentale

Flora Vona
Brava e bella attrice napoletana, Flora Vona esordisce nella narrativa con Irene (Homo scrivens, pagine 112, euro 14), presentato qualche giorno fa nel foyer del teatro...

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Brava e bella attrice napoletana, Flora Vona esordisce nella narrativa con Irene (Homo scrivens, pagine 112, euro 14), presentato qualche giorno fa nel foyer del teatro Bellini, quasi a scegliere un ambiente in cui sentirsi a casa, prima di nuotare nel mare aperto della scrittura, la sua nuova avventura.

Ambientato nella Ginevra dei primi del Novecento, racconta la vita amorosa e la carriera di attrice di una ragazza in lotta con un destino spesso avverso. Adolescente cresciuta in un orfanotrofio, conosce un maestro di recitazione che da subito crederà nella sua capacità espressiva. Lei si invaghisce di lui ma poi sceglie di mettersi alla prova lontano dal suo primo amore. Cercherà anche di conoscere chi le ha salvato la vita quand’era in fasce affidandola all’istituto. Da lì una serie di peripezie sentimentali, il primo vero amore ricambiato, i corteggiamenti con fiori e poesie, i distacchi, i tradimenti. Irene cadrà e si rialzerà molte volte. Arrivano i primi successi a teatro. A un certo punto, quando pensa di aver capito chi veramente è, si lascia tentare dalla scrittura e farà degli incontri che la metteranno di nuovo in crisi, e capirà cosa realmente desidera dalla vita.
«È un romanzo che vuole invitare i ragazzi a mettere da parte ogni valore effimero e credere in loro stessi, a non arrendersi mai di fronte alle difficoltà, a lottare per i propri sogni» dice la Vona, che in questo esordio ha messo anche un po’ della sua esperienza di pedagogista: «Di notte lascio parlare il mio inconscio, e così mi vengono dal profondo storie come questa, che ho sognato dalla prima all’ultima pagina. Ogni mattina, appena sveglia, l’ho riscritta, più che scritta. L’attività onirica è una fonte di ispirazione unica. Attraverso il sogno di Irene ho conosciuto meglio me stessa».

A caratterizzare Irene è il suo abbandonarsi ai sentimenti, la convinzione che prima del calcolo la vita di una persona debba essere condotta all’insegna della passione. «La passione che muove la mia protagonista è triplice. Per il teatro, per le persone con le quali stabilisce un legame profondo, per la scrittura come momento di rinascita. Come dice Irene, “scrivere è lo strumento terapeutico più intimo di cui ognuno di noi dispone”». In cosa sono uguali protagonista e autrice? «In amore per noi non esistono le mezze misure». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino