È una chiamata alle armi. Niente fucili né pistole, però. Le armi, quelle a cui chiama il poeta e paesologo di Bisaccia, sono le uniche in grado di...
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«L’idea – scrive sulla sua pagina Fb l'autore dell’Irpinia orientale che alla poesia unisce etnologia e geografia - è che il mese di settembre ognuno vada in libreria a comprare un libro di poesia. Se poi si vuole dare un impatto maggiore a questa scelta possiamo pensare a un giorno in cui concentrare gli acquisti, sabato 15 settembre». La consapevolezza alla base della proposta che Arminio lancia al suo esercito di seguaci, conquistati girando in lungo e in largo per i più disparati paesi dell’Italia, è che «la circolazione della poesia dipende da noi: se noi compriamo poesia – dice - gli editori stamperanno poesia». L’obiettivo è spogliare gli scaffali: «Sarebbe bellissimo se le gli scaffali di poesia dopo quel giorno restassero vuoti». Perché, scrive il poeta e paesologo che con i suoi follower ha un rapporto diretto e genuino, «una volta si diceva che la bellezza salverà il mondo, ora si potrebbe dire che la poesia salverà il mondo».
L’idea, lanciata l’ultimo giorno di agosto, ha preso a fare il giro del web, in un passaparola che alimenta se stesso di ora in ora. Decine e decine le condivisioni e pure le adesioni delle librerie. Tanto che Arminio, autore di una ventina di libri e ideatore del Festival della paesologia di Aliano, è tornato sulla sua proposta, argomentandola in maniera più dettagliata e, manco a dirlo, poetica. «Settembre è un mese lirico. Guardatevi la luce che batte sui polsi e andate in libreria, cercate lo scaffale più nascosto, più esiguo, cercate lo scaffale dei poeti. È una cosa che potete fare ogni giorno, ma facciamo che il giorno buono è la bisettrice del mese, il 15 settembre. Facciamo un assalto alla poesia, sorprendiamo i librai e anche gli editori e anche i poeti: decidiamo di farci accompagnare da qualcuno di loro nell’autunno che viene e anche nell’inverno».
E giù con una riflessione sull’antica arte dei versi: «La poesia è sempre questione molto privata tra chi legge e chi scrive, è un faro che non lampeggia in tutte le notti, è una lucciola alle due del pomeriggio, è un mucchietto di neve in un mondo col sale in mano. Qualunque cosa sia – scrive il poeta di Bisaccia - questo è un tempo in cui alcuni possono chiedere qualcosa alla poesia. Già in rete si assiste con piacere alla presenza dei versi, ma ci vuole che la poesia venga comprata, ci vuole una prova che teniamo a lei come lei tiene a noi. Lungamente l’amore della poesia nei nostri confronti è stato un amore non corrisposto. Adesso è il tempo di ricambiare». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino