Roma, Museo Maxxi: un colloquio, una chiacchierata, con Federico Rampini in occasione del tour di presentazione del suo nuovo libro “La notte della sinistra”. ...
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Giornalista, scrittore, “nomade globale” come lui stesso ama definirsi. Dopo tanto girovagare di viaggi e di penna torna in Italia.
«Torno per parlare al popolo italiano perché il libro parte proprio da questa constatazione drammatica: quando io ero giovane e iniziavo la mia carriera nella stampa del partito comunista ai tempi di Enrico Berlinguer, sinistra e popolo erano la stessa cosa».
Poi la rottura, maturata negli anni, cui Rampini tra le pagine dei suoi scritti e tra le parole di questa intervista attribuisce spiegazioni e soluzioni diverse.
Immigrazione, globalizzazione, banche e banchieri, ma anche il «corteggiamento continuo delle celebrity» e il «politically correct» ad ogni costo.
Tutte scelte che hanno prodotto ed esasperato la distanza tra una certa politica e la gente.
«Da dove ripartire? Dalle diseguaglianze sociali».
Una battuta infine sul Russiagate, con quel Donald Trump che segue passo passo da prima ancora che diventasse presidente:
«Chi ha vinto tra lui e Mueller? Evidentemente ha stravinto Trump».
Il Mattino