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La storia di una donna, che diventa simbolo di un periodo storico importante per Napoli e per l'Italia, è quella che Maria Rosaria Selo racconta in "Vincenzina ora lo sa", romanzo edito da Rizzoli nella collana “Le narrative”.
«Vincenzina è una grande combattente - spiega la Selo alla vigilia del Capua il Luogo della Lingua, il festival letterario più longevo della provincia di Caserta che, con la direzione artistica di Giuseppe Bellone e promosso dall’associazione Architempo, si ispira al “Placito Capuano”,primo documento scritto del volgare italiano e che vede nella Capua Longobarda del 960 la sua genesi -.
Un romanzo di trasformazione, di lotta e sorellanza che ha ancora tanto da insegnare al presente, spiega Rosi Selo che per Rizzoli ha già pubblicato "L’albero di mandarini" (2021), vincitore del Premio Minerva XVI edizione, candidato al Premio Strega 2022 e finalista al Premio Cremano Donna 2023.
«Erano gli anni dei grandi movimenti, soprattutto per il femminismo, per le lotte sull'aborto, per il salario, quelli dei cortei con i caschi gialli in cima. Insomma, un grande momento di emancipazione da una parte e di Brigate Rosse dall'altra. Tutto questo purtroppo è spesso dimenticato ed è responsabilità anche degli scrittori far sì che ciò non accada, ricordando quello che siamo state, quello che abbiamo fatto prima di arrivare allo yuppismo, alla "Milano da bere" e al benessere economico e sociale che tante ombre nasconde».
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Il Mattino