Sui cavalieri templari negli ultimi trent’anni si è scritto e si è detto moltissimo. Eppure la loro storia continua a sorprenderci sotto forme diverse e...
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La campana – la cui etimologia deriverebbe proprio dal nome della regione Campania, in cui questi oggetti pare siano stati forgiati e diffusi nel mondo, nel periodo in cui visse San Paolino da Nola – non è l’unico oggetto analizzato nel libro che ci parla dei Templari. Nei vari e ricchissimi capitoli successivi si parla di una chiave, di un cucchiaio, di un sigillo, udi na formula magica, un reliquiario e di un portale che si rivelano scrigni prosaici di verità liberate dalla polvere del passato, dalle incrostazioni delle leggende.
Sono oggetti raccontano in modo nuovo e originale la vicenda dei templari, ripercorrendone gli snodi principali e le sottotrame più segrete. Per esempio si viene a conoscenza della reliquia della Vera Croce rubata da un sacerdote che, pentito, decise di lasciarla in custodia ai templari di Brindisi prima di essere gettato tra le onde; oppure si narrano le rocambolesche peripezie di Ruggero di Flor, il templare che si fece corsaro. Nel corso del libro si risolve in parte l’enigma dell’architettura templare, si scoprirà cosa aprivano le chiavi del Tempio e che cosa significa l’immagine dei due cavalieri sul loro misterioso sigillo. Infine, sulla scia delle fantomatiche logge massoniche e rosacrociane, si evocherà la resurrezione postuma del mito templare tra verità e mistero, complotti e chimere.
Un saggio che si legge come un vero e proprio thriller storico e che farà appassionare ancora una volta il lettore a uno dei più sorprendenti enigmi della Storia. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino