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L'11 novembre scorso cadeva il centenario della nascita di Kurt Vonnegut Jr. La circostanza è da segnalare con una marcata sottolineatura se si considera che la produzione dello scrittore di Indianapolis, di origine tedesca, scomparso nel 2007, presenta più di un motivo di angosciosa attualità oggi che nel cuore dell'Europa l'invasione russa dell'Ucraina ha rimesso in moto gli orrori della guerra.
Nella sua opera più celebre, Mattatoio n. 5, Vonnegut consegna il suo intransigente antimilitarismo ad una narrazione originalissima, allestita su modalità espressive rapide, il cui ritmo inesausto e la cui paradossalità comica, non priva di humour nero, non occultano, piuttosto intensificano la tragica disperazione degli eventi. Il testo ha come suo epicentro il terribile bombardamento su Dresda operato dagli Alleati nel febbraio del 1945: un epicentro implicito, ma talora affiorante con evidenza, nel gioco inebriante di andirivieni temporali, di divertenti prolessi e flashback, in tutta la sua drammatica ineludibile insensatezza, scandita da un ilare, caustico e martellante «Così va la vita».
L'autore, partito ventitreenne volontario per il fronte, si trova coinvolto nell'orroroso eccidio, destinato a produrre più di centomila morti (a quanto pare, più quanti ne produrranno le atomiche sganciate, qualche tempo dopo, su Hiroshima e Nagasaki). Dalla «tempesta di fuoco» causata dalle migliaia di bombe incendiarie, destinata a ridurre la splendida città tedesca in un cumulo di rovine e di corpi carbonizzati, Vonnegut si salva per puro caso, trovandosi prigioniero in un mattatoio, già deposito di carni, scavato nei sotterranei della città.
Il testo, già ripubblicato da Feltrinelli nei primi mesi di quest'anno, in una rabbrividente sincronia con i funesti avvenimenti ucraini, è riproposto ora al pubblico italiano dall'editore Bompiani, in una versione graphic novel (Mattatoio n. 5 ovvero la crociata dei bambini, pagine 192, euro 22).
Nel corso del 2022, ancora con l'insegna editoriale della Bompiani, sono apparsi Perle ai porci. Ovvero Dio la benedica, signor Roseweter, violento e aspro attacco alla sacralità delle istituzioni americane, a cominciare dalle principali bussole dell'immaginario collettivo, l'inno nazionale e le «stelle e strisce» della bandiera nazionale, e Quando siete felici fateci caso, che raccoglie i discorsi che Vonnegut ha rivolto in molte occasioni ai neolaureati delle università americane. I suoi consigli su come tener testa alla vita suggeriscono responsabilità, ma avendo sempre come guida la prospettiva suggerita da un imprescindibile disincanto. Bompiani aveva già pubblicato di Vonnegut, nel 2019, la raccolta Tutti i racconti, scritti nel corso della sua vita e adunati nell'edizione italiana per macrotematiche: guerra, donne, scienza, amore, etica del lavoro contro fama e fortuna, comportamento umano, il direttore della banda, il futuro, e Il grande tiratore, altra storia siglata dall'assurdo, in cui colpisce la notizia di un'esplosione atomica che ha sterminato gli esseri umani, lasciando intatti gli edifici.
Da tenere a mente anche quello che è stato segnalato come lascito testamentario dello scrittore, riproposto nel 2020, Ricordando l'Apocalisse e altri scritti nuovi e inediti sulla guerra e sulla pace, undici pezzi scelti dal figlio Mark che riguardano i temi sempre osservati con la sua consueta, tenue ma inesorabile crudezza: scienza, capitalismo, comunismo, conflitti, razzismo, cambiamenti climatici ecc. fino al conclusivo, eponimo racconto che chiude l'antologia, siglata da un sorprendente, fosco sarcasmo, incentrato sulla caccia al Demonio, che assilla dalla notte dei tempi l'umanità.
Nella sua introduzione, il figlio di Vonnegut si congeda dal lettore suggerendo di fare attenzione non solo ai contenuti ma anche «alla struttura, al ritmo e alla scelta delle parole». Suggerimento quanto mai opportuno.
Il Mattino