Bankitalia, Signorini direttore generale al posto del ministro Franco: Visco rinvia l’integrazione del direttorio

Bankitalia, Signorini direttore generale al posto del ministro Franco: Visco rinvia l’integrazione del direttorio
Bankitalia sceglie la continuità e la tradizione e ieri Ignazio Visco ha proposto al Consiglio superiore, riunito in seduta straordinaria, la nomina di Luigi Federico...

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Bankitalia sceglie la continuità e la tradizione e ieri Ignazio Visco ha proposto al Consiglio superiore, riunito in seduta straordinaria, la nomina di Luigi Federico Signorini quale nuovo direttore generale: succede a Daniele Franco, chiamato da Mario Draghi al governo in veste di ministro del Tesoro. Il prescelto assume anche la carica di presidente dell'Ivass.

La banca centrale è coinvolta della nuova fase governativa di cui è protagonista il premier, che vi ha ricoperto la carica di governatore tra il 2005 e il 2011. Sicché alcuni dirigenti di Palazzo Koch affiancheranno temporaneamente l'attività di governo: ciò spiega perché Visco per ora ha preferito proporre solo il nome del nuovo direttore generale, rinviando l'integrazione del direttorio riguardo il posto lasciato vacante da Franco. Una nuova riunione straordinaria del Consiglio superiore dovrebbe essere convocata entro un paio di settimane: il governatore avrebbe motivato la necessità di una pausa in considerazione del riassetto in corso. La nomina di Signorini è avvenuta all'unanimità con una complessa votazione da remoto che si avvale di un notaio e un server creato ad hoc. Visco ha spiegato di aver condiviso la scelta con le figure istituzionali coinvolte nel procedimento di nomina: il premier Draghi e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Nella nota diffusa da Via Nazionale si legge che «la nomina deve essere approvata con decreto del Presidente della Repubblica, promosso dal presidente del consiglio dei ministri di concerto con il ministro dell'economia e delle finanze, sentito il consiglio dei ministri».

Questa volta però sono da escludere colpi di scena e interferenze come quelle di cui è stato vittima lo stesso Signorini a febbraio 2019 in occasione del rinnovo della nomina a vicedirettore generale: M5S si mise di traverso con motivazioni a dir poco strumentali, al punto che il banchiere centrale fu messo in stand by per tre mesi fino al 3 maggio, quando la querelle ebbe fine. 

Il nuovo dg è nato a Firenze e a ottobre compirà 66 anni. Secondo le norme interne, può svolgere altri due mandati da sei anni ciascuno. Prima di entrare in Bankitalia si è occupato di più attività, tra cui il giornalista, l'insegnante, il consulente legislativo a livello regionale. Nel 1982 è entrato nel Servizio Studi di Via Nazionale, dove si è occupato dapprima di struttura e politica industriale e poi di analisi congiunturale. Tra il 1986 e il 1995 è stato di nuovo a Firenze, presso il Nucleo regionale di ricerca economica della Banca: lì studia l'economia e il sistema bancario regionale e in particolare i meccanismi alla base del successo dei distretti industriali della Terza Italia. Tra il 1994 e il 1996 ha collaborato con il premier Lamberto Dini come consulente e speechwriter. Poi è rientrato al Servizio Studi, come coordinatore dei Nuclei regionali di ricerca e dirigente del settore reale. E da allora ha compiuto una progressione di carriera. Ora è anche membro del direttorio integrato dell'Ivass, del Comitato di Basilea e del Board of Supervisors dell'Autorità bancaria europea.

In seduta ordinaria il Consiglio Superiore ieri ha esaminato il bilancio 2020 che sarà approvato dall'assemblea del 31 marzo: per motivazioni comuni ad altre banche centrali, l'assegno al Tesoro dovrebbe essere meno congruo rispetto a quello dell'anno passato.
 

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Il Mattino