Sempre più simili al contante. Sempre più spendibili per qualsiasi acquisto alimentare. Non solo al ristorante. Per i buoni pasto da domani si aprono, ufficialmente,...
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Come? Per capire questo obiettivo, bisogna comprendere i meccanismi alla base del funzionamento dei ticket restaurant. Il settore, che vale 3 miliardi e mezzo e rappresenta circa l'1% del Pil nazionale è molto appetibile. Per vincere gli appalti della Pubblica amministrazione, le società fanno delle offerte molto basse. Si vince, infatti, con «il criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa». E il massimo sconto praticato nelle gare ricade sugli esercenti. Supermercati e commercianti non vengono infatti rimborsati interamente. Ai buoni viene detratto lo sconto pattuito nelle gare d'appalto. Inoltre, per ottenere il rimborso i negozianti devono impacchettare i buoni, assicurarli e spedirli alla società di emissione. La nuova normativa stabilisce ora che i costi aggiuntivi di «acquisizione, erogazione e fatturazione» devono essere ricompresi nello sconto.
Le novità non convincono, però, del tutto i consumatori. Mentre l'Unione nazionale consumatori commenta che «in questo modo si mette fine anche alla cresta che alcuni esercenti facevano, trattenendo una percentuale, di solito il 10%», è insoddisfatto, invece il Codacons. Serve una «liberalizzazione totale», che «permetta ai cittadini di scegliere quando e come spenderli, senza limitazione», perché è «incomprensibile» il tetto degli otto ticket», è l'appello dell'associazione guidata da Carlo Rienzi. La novità piace, invece, al mondo verde. «È una opportunità per 4 italiani su 10 che fanno la spesa dal contadino, negli agriturismi e nei mercati degli agricoltori», osserva la Coldiretti.
Oggi resta, comunque, in vigore il divieto di cedere i buoni a terzi e viene esclusa la possibilità di avere il resto. I buoni sono «utilizzabili esclusivamente per l'intero valore facciale», ossia il valore dell'importo specificato sul ticket, e «solo dal titolare», recita il decreto pubblicato il 10 agosto scorso in Gazzetta Ufficiale.
Capitolo a parte i buoni elettronici. Se il decreto dice che per questi valgono le stesse regole, in realtà su questi pesa il costo dei Pos di cui i commercianti dovrebbero dotarsi per l'utilizzo. Ancora non c'è un Pos unico e per accettare tutte le card bisognerebbe disporre dai quattro ai sei lettori.
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Il Mattino