Confcommercio: in nove anni scomparse 100 mila attività tra negozi fisici e commercio ambulante

Confcommercio: in nove anni scomparse 100 mila attività tra negozi fisici e commercio ambulante
In nove anni sono scomparse circa 100mila attività, tra gli 85 mila negozi fisici, di cui quasi 4.500 durante la pandemia e i circa 10mila persi nel commercio ambulante,...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

In nove anni sono scomparse circa 100mila attività, tra gli 85 mila negozi fisici, di cui quasi 4.500 durante la pandemia e i circa 10mila persi nel commercio ambulante, sopratutto a causa della «stagnazione dei consumi di tipo strutturale che affligge l'Italia da tanto tempo». La stima è dell'ufficio studi di Confcommercio che ha svolto un'analisi sull'andamento delle imprese del commercio al dettaglio, inclusi ambulanti, e dei settori degli alberghi e delle attività di ristorazione, dal 2008 a giugno 2021 in 120 comuni medio grandi, escludendo Milano, Napoli e Roma.

Secondo l'analisi, infatti, oggi i consumi in termini reali sono sotto i livelli del 1999 e lo stesso parametro in termini pro capite si colloca sotto i valori del 1998, cioè 17.297 euro del 2021 contro i 17.708 euro di 25 anni fa. «Pandemia e stagnazione dei consumi - commenta il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli - hanno acuito la desertificazione commerciale delle nostre città e rischiano di ridurre la qualità della vita di turisti e residenti. Per scongiurare questa eventualità bisogna sostenere con maggior forza le imprese più colpite - soprattutto quelle della filiera turistica - e utilizzare presto e bene le risorse del Pnrr per migliorare il tessuto economico urbano e quindi l'attrattività e la sicurezza e delle nostre città». In particolare, tra il 2012 e il 2021 i numero delle imprese nel complesso è stabile, effetto di un calo di circa 190mila unità delle italiane e di un analogo incremento delle straniere (la cui quota passa dal 7,8% del totale al 10,6%).

Nel commercio spariscono 200mila imprese italiane e ne emergono quasi 120 mila straniere; la quota delle straniere quasi raddoppia in nove anni: dal 10,7% al 19,1%. Stesse dinamiche per l'occupazione: considerando il commercio, gli alberghi e i pubblici esercizi, a fronte di 150mila italiani in meno ci sono 70mila stranieri in più. Su alberghi e pubblici esercizi l'analisi è più complessa.

Crescono strutture di alloggio alternativo, mentre calano le strutture tradizionali come gli alberghi. Anche su bar e ristoranti, è complicato distinguere i tipi di attività che si avviano, ma il fenomeno che si registra è di trasformazione di alcuni bar in esercizi di somministrazione e accanto ai locali con vero e proprio servizio si affianca tutta l'area dello street food. Anche se è prematuro parlare di una riduzione della qualità, l'analisi suggerisce di tenere d'occhio questo fenomeno, anche perché collegato alle criticità sulla gestione della movida.

Leggi l'articolo completo su
Il Mattino