Tutti aspettavano l'Agcom sulla proposta di congelamento della quota in Mediaset e invece la 'bombà arriva da Consob: Vivendi ha il «controllo di fatto»...
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A proposito di Mediaset, Vivendi indicherà un «gestore» al quale conferire la quota del Biscione eccedente il 9,9%, quindi quasi il 20%, e l'Agcom «vigilerà sulla concreta attuazione dell'impegno a rimuovere la posizione vietata» (cioè la doppia presenza in Tim e Mediaset) entro il prossimo aprile. Così come l'Autorità proseguirà «in ogni caso l'attività di monitoraggio volta a verificare che Vivendi non eserciti comunque un'influenza notevole» sul Biscione. Nel particolare i francesi s'impegnano a indicare un «gestore autonomo e indipendente da Vivendi, Telecom e Mediaset e dalle rispettive società controllate», ma potrà cedere la quota trasferita, sia a un acquirente noto (ma non potrà essere Tim o a controllate dagli stessi francesi) sia sul mercato. Vivendi potrà godere di eventuali dividendi, mentre il gestore potrà decidere se partecipare o meno alle assemblee di Mediaset, potrà esercitare i diritti di voto «solo al fine di proteggerne il valore e la commerciabilità» della quota e sarà obbligato a non votare eventuali liste che potrebbero venir presentate da Vivendi come azionista con meno del 10% del Biscione.
Tim, che ha ricevuto il provvedimento di Consob sul controllo di fatto di Vivendi, annuncia ricorso e rileva che il pronunciamento della Commissione di controllo sulla Borsa «si discosta in maniera rilevante dalla consolidata interpretazione in materia di controllo societario, cui Tim (e ragionevolmente il mercato intero) si è sempre costantemente e rigorosamente attenuta». La società «porrà in essere le azioni legali a propria tutela nelle sedi competenti, sicura della correttezza dei propri comportamenti e della solidità delle proprie argomentazioni», si legge in una nota. Secondo la Consob è l'assemblea dello scorso maggio con la quale Vivendi ha nominato la maggioranza dei consiglieri di amministrazione di Tim il momento cruciale per dirimere la vicenda, ma poi anche una serie di «fatti» che testimonierebbero il controllo di Vivendi. A partire dal ceo Arnaud de Puyfontaine che ha rilevanti deleghe attinenti le linee strategiche del gruppo, fino all'uscita di Flavio Cattaneo su esclusiva iniziativa dello stesso de Puyfontaine.
Prima dei pronunciamenti della Consob e dell'Agcom, Mediaset era scivolata in Borsa: il titolo, il peggiore tra quelli a elevata capitalizzazione di Milano, ha chiuso in calo del 5% scendendo sotto la soglia psicologica dei tre euro, con scambi molto forti: oltre 18 milioni di azioni, rispetto a una media recente poco superiore ai 3 milioni.
Il Mattino