Nel 2017 avevano fatto il botto, 5 miliardi di euro incassati per l'esportazione dei loro pezzi, molti di più di quanti ne avevano dovuto spendere per l'import dei...
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In effetti anche la nuova formulazione della tassa che stanga i futuri acquirenti di auto con una produzione di Co2 superiore a determinati parametri, non sembra avere dissolto tutti i timori su Pomigliano. Partita come «la tassa sulle Panda», la nuova misura pur ripiegando su autoveicoli di segmento (alias costo) superiore ha lasciato parecchie perplessità e non solo per il fatto che nel mirino del provvedimento siano finiti modelli come la Giulietta o il Ducaro che hanno un impatto decisamente popolare anche e soprattutto per il loro costo. «II fatto è però dice Giovanni Sgambati, segretario regionale campano della Uil che bisogna guardare più in avanti e rendersi conto del pericolo. Il mini-Suv, per le caratteristiche specifiche di questo modello, potrebbe finire nella fascia delle auto tassate e dunque scoraggiare già in partenza i nuovi acquirenti. Il che, con un mercato che rischia di contrarsi ulteriormente (e i dati di vendita Fca in Europa diffusi ieri non sono certo brillantissimi, ndr), non è decisamente un fattore di spinta per il successo di questa produzione».
Ma c'è di più: già sapendo che una gamma di modelli subirà l'effetto dell'ecotassa sui costi dell'immatricolazione, è lecito supporre che l'attenzione dei consumatori si rivolgerà a case e modelli non italiani o comunque non prodotti nel nostro Paese, creando un ulteriore presupposto di incertezza. È quanto temono, appunto, gli industriali dell'automotive che preferiscono tenere in questa fase la bocca chiusa ma che lasciano trasparire tutta la loro preoccupazione. Un sentimento, peraltro, comunque ai lavoratori e ai loro rappresentanti sindacali. Dice ad esempio Marco Bentivogli, segretario nazionale della Fim Cisl: «Da tempo come sindacato avevamo incalzato i produttori sulla necessità di accelerare la transazione verso l'elettrico: ora che avevamo raggiunto un'intesa con Fca e i lavoratori, il governo sta rischiando di far saltare tutto. Occorrono infatti almeno 20 mesi per avere i risultati».
Il sindacato parla dell'ecotassa come di «un suicidio di Stato» per l'industria automobilistica italiana e sollecita un nuovo tavolo con i vertici di Fca per capire dove e come il ripensamento del piano quinquennale sarà attuato. Intanto va ricordato che per il decreto interministeriale attuativo della nuova legge i ministeri dello Sviluppo economico, delle Infrastrutture e dell'Economia hanno meno di due mesi di tempo dal momento che il meccanismo sarà in vigore dall'1 marzo e fino al 31 dicembre 2021. E che ci sia bisogno di capire quali auto verranno effettivamente colpite è ovviamente una necessità anche per Fca e per le sue eventuali nuove strategie oltre che per i consumatori (e le loro tasche). Il fatto che ci siano motori che indipendentemente dalla cilindrata producono Co2 superiore ai 160 g/km, il limite stabilito dalla contestatissima norma, complica infatti moltissimo le cose: ieri ad esempio un report della Fim Cisl ha evidenziato che anche una versione della Panda dovrebbe finire tra i modelli tassati (la Panda Easy 1.2) al pari della Jeep Renegade 1600, prodotta a Melfi, che vende 40mila esemplari all'anno e che sicuramente può essere definita un'auto popolare. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino