«Nonostante il miglioramento delle condizioni economiche delle famiglie, nel 2016 non si è osservata una riduzione dell'indicatore di grave deprivazione...
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«Tra il 2015 e il 2016 l'indice peggiora per le persone anziane (65 anni e più) (da 8,4% a 11,1%), pur rimanendo al di sotto del dato riferito all'insieme della popolazione, e per chi vive in famiglie con persona di riferimento in cerca di occupazione (da 32,1% a 35,8%)», spiega Monducci. Si confermano poi «gli elevati valori di disagio economico per le famiglie residenti nel Mezzogiorno (la quota delle persone gravemente deprivate è oltre tre volte quella del Nord), per le famiglie monogenitore con figli minori (17,5%) e tra i membri delle famiglie con a capo una persona in cerca di occupazione (35,8%), in altra condizione non professionale (a esclusione dei ritirati dal lavoro) o con occupazione part time (22,8% e 16,9% rispettivamente)».
Sono 7 milioni 209 mila le persone che in Italia vivono in famiglie in grave deprivazione materiale, ovvero in seria difficoltà economica, rende noto l'Istat, traducendo in numeri assoluti la quota (11,9%) di quanti nel 2016, secondo i dati provvisori, si trovano in nuclei, che sono 3 milioni 134 mila, con almeno 4 sintomi di disagio su un set di 9 (dal non potersi permettere le vacanze o un pasto proteico adeguato all'essere in arretrato con bollette, affitti o mutui).
«Serve uno scatto dell'economia per centrare gli obiettivi di crescita del Pil previsti dal Governo per il 2017» (+1,1%), spiega Monducci. «Le oscillazioni del commercio estero e della produzione industriale osservati nei mesi di gennaio e febbraio potrebbero rappresentare dei fattori di rischio per la crescita del primo trimestre 2017», spiega. «Nel primo trimestre abbiamo una forte turbolenza sul piano produttivo che implica un'accelerazione». Quindi, aggiunge, «potremmo avere un problema nel primo trimestre ma lo scenario in corso d'anno è positivo» e rende «plausibile» una «progressiva accelerazione» per raggiungere il target di crescita dell'1,1% del Prodotto interno lordo. Ricapitolando, risulta «necessaria una promessa di tassi di crescita rilevanti, significativi, in corso d'anno». Infatti, sottolinea Monducci nel corso dell'audizione, «si segnala che una crescita nel primo trimestre in linea o inferiore a quella osservata negli ultimi tre mesi del 2016», ovvero dello 0,2%, «richiederebbe, ai fini del raggiungimento degli obiettivi indicati dal governo per il 2017, una accelerazione dei ritmi di espansione nei trimestri successivi».
Nel 2016 «tra le principali voci di spesa che hanno segnato una contrazione si evidenziano gli investimenti (-4,5%), in calo per il settimo anno consecutivo». Monducci rileva anche un calo della spesa per interessi (-2,6%). «Per effetto del rialzo dei rendimenti dei titoli di Stato nella fase finale del 2016, la spesa per interessi registra - spiega - nel quarto trimestre una variazione tendenziale nulla che interrompe la tendenza alla riduzione iniziata nel primo trimestre 2013». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino