L'export non tira più. E il mercato interno non è mai ripartito davvero. Risultato: a dicembre per l'industria italiana è stata una debacle, con...
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La media del 2018 rimane ancora con il segno positivo, ma evidentemente in modo meno marcato: il fatturato si ferma +2,3% (dal +5,6% dellanno precedente); le commesse si attestano a +2%, quando nel 2017 avevano fatto registrare un gratificante +6,3%. Questi numeri sono il risultato - fa notare l'Istat - di «un andamento tendenziale stabile nei primi nove mesi, con un peggioramento nell'ultimo trimestre». Insomma la ruota sta iniziando a girare nel senso sbagliato. Ed è presagio di dolori. «Sono dati che fanno riflettere e che impongono un dovere ed una responsabilità di tutto il Paese a reagire» commenta preoccupato il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia. Che rilancia la richiesta di «aprire immediatamente i cantieri». Avvertendo: «La questione temporale diventa importante: in quanto tempo lo facciamo diventa dirimente». Che in pochi si aspettassero risultati così negativi, lo dimostra anche la reazione dei mercati appena diffusi i dati Istat: Piazza Affari va giù, con le banche in prima fila. A sua volta, lo spread in pochi istanti schizza a 274 punti base (da un'apertura a 262) per poi chiudere a 268. Il timore è che la paventata manovra correttiva, finora smentita, stia per diventare una necessità.
I VASI DI COCCIO
Non è soltanto l'entità del crollo a preoccupare.
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Il Mattino