Cresce più del Nord (dati 2016 certificati da Istat, Confindustria e Svimez) ma non al punto da evitare la triste, scomodissima condizione di occupare le prime posizioni in...
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Tutto e il contrario di tutto, verrebbe quasi da dire. Se non fosse che anche da questi dati si rafforza la convinzione che sarebbe follia guardare il bicchiere mezzo vuoto. Specie ora che tra mille difficoltà si avverte il vento nuovo della crescita. Difficile negare, lo ha ribadito il ministro De Vincenti, che le risorse disponibili sono tante tra fondi europei e fondi nazionali (a cominciare da quelli di Sviluppo e Coesione). E che misure importanti come il credito d’imposta per chi investe nel Sud e non solo per l’acquisto di nuovi macchinari sono talmente convenienti da poter «incentivare» anche i più riottosi a investire qui. Per non parlare dei tanti progetti rimessi in moto - molti, per la verità ancora in fase di stand by - dal Masterplan e sui quali le Regioni in primis ma anche i sindaci delle Città metropolitane sono obbligati ad accelerare. Ma qui inizia anche il Sud del bicchiere mezzo vuoto. Quello - per restare ai dati forniti dai Consulenti del Lavoro - che parla di Caserta come la provincia che lo scorso anno ha fatto registrare la quota più elevata di popolazione inattiva (51,7%), più del doppio di Bologna che ha l’indice più basso (appena il 23%). E quello, il Sud, che anche in altre aree, da Catania a Reggio Calabria, da Foggia a Benevento, gli inattivi sono più della metà della popolazione.
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Il Mattino