ROMA L'Italia frena. L'Istat conferma le previsioni di Confindustria, del governo stesso e di molti centri di ricerca certificando che tra aprile e giugno il Pil, corretto...
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LE REAZIONI
«Il rallentamento spiega il Centro Studi Promotor era già emerso con particolare evidenza dai dati mensili sulla produzione industriale, mentre segnali in controtendenza venivano dalla spesa per le famiglie per consumi finali che nel primo trimestre aveva fatto registrare una crescita dello 0,8%». Questo quadro a tinte grigie è ulteriormente macchiato dalle statistiche sul lavoro. A giugno il tasso di disoccupazione torna a salire, attestandosi al 10,9%, in aumento dello 0,2%. Istat fa notare come la stima è influenzata dal calo degli inattivi. Infatti il numero delle persone in cerca di occupazione registra un aumento del 2,1% (+60 mila). Il numero dei disoccupati risulta così pari a 2 milioni e 866 mila. E intanto, dopo tre mesi di crescita, la stima degli occupati registra un calo di 49 mila unità (-0,2%). Mentre continuano invece a crescere i dipendenti a termine (+16 mila), che aggiornano di nuovo il loro record storico, raggiungendo i 3 milioni 105 mila. Come a dire: mai così tanti precari nel Paese. Un problema che affligge in maniera trasversale tutte le fasce di età, ma soprattutto i giovani. Il cui tasso di disoccupazione a giugno risale, risultando pari al 32,6%, in rialzo dello 0,5%.
IL DETTAGLIO
Adesso il livello degli under 25 in cerca di un lavoro è nettamente inferiore al massimo raggiunto nel marzo del 2014 (43,5%) ma ancora di 13 punti superiore rispetto al minimo toccato nel febbraio del 2007 (quando era al 19,5%). Intanto accelera l'inflazione a luglio. L'indice dei prezzi al consumo, al lordo dei tabacchi, calcolato dall'Istat registra un aumento dello 0,3% su base mensile e dell'1,5% su base annua (da +1,3% di giugno). La variazione tendenziale è la più marcata da aprile 2017. L'ulteriore accelerazione dell'inflazione, spiega l'istituto di statistica, si deve prevalentemente ai prezzi dei beni energetici regolamentati (che invertono la tendenza da -1,2% di giugno a +5,3%), solo parzialmente bilanciata dal rallentamento della crescita dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (da +2,9% a +1,7%). L'inflazione acquisita per il 2018 è +1,2% per l'indice generale e +0,8% per la componente di fondo. E in questo quadro continuano le tensioni sui prezzi del cosiddetto carrello della spesa dei prodotti di largo consumo. Nello specifico, i prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona (da +2,2% di giugno a +2,3%) e quelli ad alta frequenza d'acquisto (da +2,7% a +2,8%) crescono su base annua più dell'indice generale.
Michele Di Branco
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Il Mattino