Prima casa, scatta l’obbligo di vendita per mantenere le agevolazioni fiscali

Prima casa, scatta l’obbligo di vendita per mantenere le agevolazioni fiscali
Dopo quasi due anni di sospensione, il conto alla rovescia ha ripreso a scorrere. Chi subito prima dello scoppio della pandemia ha acquistato un immobile utilizzando delle...

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Dopo quasi due anni di sospensione, il conto alla rovescia ha ripreso a scorrere. Chi subito prima dello scoppio della pandemia ha acquistato un immobile utilizzando delle agevolazioni per la prima casa, ma lo ha fatto impegnandosi a vendere entro un anno un altro immobile sul quale aveva già ottenuto in precedenza le stesse agevolazioni, ha visto negli ultimi due anni sospeso questo obbligo. La ratio è semplice: durante la pandemia comprare e vendere case non era semplice. Dal primo gennaio, però, come si diceva, il conto alla rovescia è ricominciato esattamente da dove si era interrotto. 

Cosa significa? Che se, per esempio, a marzo del 2020 erano passati per esempio sei mesi dall'acquisto della nuova casa, dal primo gennaio del 2022 inizieranno a decorrere i restanti sei mesi per vendere l'altro immobile, quello su cui in passato erano state ottenute le stesse agevolazioni. L'obbligo di vendita in caso di acquisto di una nuova abitazione con le agevolazioni, non è comunque l'unico termine relativo alla prima casa che ricomincia a scorrere da questo mese. Ce ne sono altri due. Il primo riguarda l'impegno a portare la residenza nel Comune dove è localizzata la casa entro diciotto mesi dall'acquisto. Anche questa previsione normativa, a seguito della pandemia, era stata sospesa. E anche qui il conteggio è ripartito dal primo gennaio. 

Va ricordato che sia nel primo caso, ossia non rivendere entro un anno dall'acquisto della nuova casa un altro immobile acquistato con le agevolazioni, sia il mancato trasferimento della residenza, comportano la perdita delle agevolazioni. Che sono molto generose: un'imposta di registro del 2 per cento invece che del 9 per cento; un'imposta ipotecaria fissa di 50 euro; e un'imposta catastale fissa di 50 euro. C'è anche un terzo tipo di agevolazione i cui termini hanno ricominciato a scorrere. Ossia il divieto di vendere o donare l'immobile acquistato con le agevolazioni per la prima casa nei 5 anni successivi all'acquisto, a meno che entro un anno dalla cessione si proceda all'acquisto di una nuova casa da destinare ad abitazione principale. Dunque ci sarà tempo fino al 31 dicembre 2022 per riacquistarne un'altra da adibire ad abitazione principale, per chi avesse venduto durante i mesi della pandemia.

Sempre sul fronte della prima casa, inoltre, la manovra 2022 ha prorogato dal 30 giugno del 2022, fino al 31 dicembre i termini per presentare domanda per ottenere alcuni benefici a valere sul Fondo di garanzia per la prima casa e per poter richiedere le agevolazioni per l'acquisto della prima casa già previste per i giovani che non abbiano compiuto i 36 anni di età, e che abbiano un Isee non superiore a 40mila euro annui. La garanzia copre fino all'80 per cento del mutuo (che non deve essere superiore a 250 mila euro) ed è previsto un tasso di interesse calmierato. Per queste finalità il budget del Fondo è stato rifinanziato con ulteriori 242 milioni di euro per il 2022. Gli acquisti da parte degli under 36, sempre nel caso in cui abbiano un Isee inferiore a 40 mila euro, sono anche agevolati fiscalmente. Non si pagano l'imposta di registro catastale e ipotecaria e nemmeno quella sul mutuo dello 0,25%. 

Sempre con la legge di Bilancio sono stati ridefiniti gli sconti fiscali sull'affitto, sempre riservati ai giovani. Il requisito anagrafico per poter fruire di questa agevolazione passa da 30 a 31 anni non compiuti, mentre la detrazione Irpef è stata fissata al 20% del canone pagato, con un massimo di 991,60 euro. Il reddito complessivo non deve essere superiore a 15.493,71 l'anno. 

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Il Mattino