L'aumento del debito connesso all'introduzione di quota 100, per tre anni, è di 38 miliardi, ma se la misura dovesse diventare strutturale il passivo potrebbe...
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Boeri ha fatto il punto sul flusso delle domande di pensione anticipata. Fino a ieri risultavano 18 mila richieste, circa un terzo da parte di dipendenti pubblici. Molte domande provengono dalle regioni meridionali: 4 su 10 da Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia. Questo dato si spiega, ha osservato Boeri, «anche con il fatto che abbiamo spesso a che fare con persone non occupate più pronte a fare domanda di pensionamento, circostanza che, incidentalmente, dovrebbe far riflettere circa l'idea che il pensionamento liberi posti di lavoro per i giovani». In proiezione futura, l'Inps prevede 650 mila uscite nei prossimi tre anni e l'operazione, a giudizio di Boeri, avvantaggerà soprattutto gli uomini del Nord, con carriere più lunghe e continue. Secondo le stime Inps sulla platea interessata, gli uomini a fine 2019 saranno il 62,6% degli interessati alla misura, le donne il 37,4%. Se si guarda alla distribuzione percentuale a fine 2019, il Nord rappresenta il 42,2% del totale, il Centro il 24,7 e il Sud e le Isole il 33. Guardando in termini più ampi alla riforma, Boeri ha segnalato che «il saldo a mille euro e il riscatto della laurea agevolato comportano un ampliamento del divario fra pensioni erogate e contributive, mentre si invoca a più livelli, a partire dai tagli ai vitalizi e sulle pensioni d'oro, un riallineamento fra pensioni e contributi versati». Il numero uno dell'Inps critica poi il Reddito di Cittadinanza: «Gli effetti di scoraggiamento al lavoro sono rilevanti, in quanto viene fissato un livello di prestazione molto elevato per un singolo». Secondo i dati Inps, quasi il 45% dei dipendenti privati nel Mezzogiorno ha redditi da lavoro netti inferiori a quelli garantiti dal reddito di cittadinanza a un individuo che dichiari di avere un reddito pari a zero. E circa il 30% dei percettori del reddito di cittadinanza riceverà un trasferimento uguale o superiore a 9.360 euro netti. Il 50% dei beneficiari, ammonisce inoltre Boeri, «sono nuclei senza reddito o comunque senza redditi da lavoro, nuclei tra i quali si celano anche gli evasori e i sommersi totali». Con una nota, Pasquale Tridico, consulente del ministero, sottolinea che «la platea dei beneficiari del reddito di cittadinanza riguarda una stima di adesioni all'85% per circa 1,3 milioni di famiglie (4 milioni di persone). La stima dei nuclei potenziali è invece di circa 1,7 milioni per 4,9 milioni di cittadini. Le stime dell'Inps, al netto di quelli sulla pensione di cittadinanza, si basano su un database meno affidabile» di quello del «ministero del Lavoro». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino