Congelate le domande per il Reddito di cittadinanza presentate dai cittadini extracomunitari residenti in Italia da almeno dieci anni. Il blocco, reso noto dall’Inps...
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La circolare dell’Inps parla chiaro: «L’Istituto ha provveduto a sospendere l’istruttoria di tutte le domande presentate a decorrere dal mese di aprile 2019 da parte di richiedenti non comunitari». Tali domane, sottolinea l’Inps, verranno definite dopo la pubblicazione del decreto attuativo del ministro del Lavoro con cui verranno individuati i Paesi i cui cittadini saranno esonerati dall’obbligo di produrre la documentazione sulla loro situazione patrimoniale e reddituale nello Stato di origine per oggettiva impossibilità di ottenere la certificazione richiesta.
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Diverso il discorso per i cittadini extra Ue che hanno richiesto il reddito di cittadinanza a marzo, ovvero prima che scattasse il blocco. Gli extracomunitari che hanno ottenuto la card ad aprile hanno tempo fino a ottobre per allegare alla domanda trasmessa a marzo una certificazione dei patrimoni detenuti all’estero, bollinata dalle autorità del proprio Paese di origine, in modo tale da non perdere il diritto al sostegno. Nel frattempo, continueranno a intascare i bonifici mensili dello Stato senza correre il rischio di dover restituire parte della somma dopo l’estate nel caso in cui non venissero più riconosciuti come idonei. Si stima che sulle card rilasciate ai cittadini extracomunitari che sono sfuggiti ai controlli (parliamo di circa 60 mila tessere magnetiche) verranno depositati nel primo semestre di vita del reddito di cittadinanza tra i 150 e i 200 milioni di euro complessivi. Rimangono esentati dall’obbligo della certificazione dei patrimoni all’estero i rifugiati politici.
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Ma lo stop alle domande per il reddito di cittadinanza dei cittadini non comunitari è solo una delle novità su cui ha fatto chiarezza la circolare. Con la conversione del decreto in legge è stato stabilito per esempio che il valore del patrimonio immobiliare è relativo ai beni posseduti sia in Italia che all’estero (il valore del patrimonio immobiliare diverso dalla casa di abitazione non deve superare la soglia dei 30 mila euro). L’Inps ha chiarito anche che il reddito familiare di chi richiede il sussidio non coincide con l’indicatore della situazione reddituale contenuto nell’Isee, dal momento che viene calcolato sommando i redditi e i trattamenti assistenziali utilizzati per l’Isr senza però la possibilità di sottrarre alcune voci come avviene per l’indicatore della situazione economica equivalente, dalle spese sanitarie per i disabili agli assegni erogati al coniuge. Il calcolo del proprio reddito familiare non è un’operazione così semplice per chi non è esperto di conti, ma a causa dei nuovi requisiti appare chiaro che per molte famiglie sarà più difficile rientrare nella soglia Isee prevista per avere diritto al beneficio.
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Il Mattino