Tirrenia vuole abbandonare definitivamente Napoli? Ne sono convinti i dipendenti dell'ex compagnia di navigazione pubblica che hanno proclamato lo stato di agitazione per...
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I lavoratori non lo citano ma sullo sfondo c'è la posizione del ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, sulla convenzione per le rotte della Sardegna: «A luglio 2020 sarà bandita una nuova gara per la continuità territoriale marittima - ha detto il ministro - con il superamento del monopolio di Tirrenia». Inoltre c'è il progetto di fusione, già avviato dal Gruppo Onorato, tra la Moby e la stessa Tirrenia. Una fusione osteggiata dalla bad Company di Tirrenia, cioè la parte della società rimasta in amministrazione controllata. Per i dipendenti napoletani proprio i trasferimenti e il definitivo ridimensionamento di Napoli sarebbero il primo risultato della fusione prevista dal Gruppo Onorato.
«Nessuna ipotesi di chiusura o spostamento di sede»: ha replicato il gruppo di Vincenzo Onorato. Il Gruppo Onorato precisa che «Moby e Tirrenia stanno integrando ogni giorno di più i loro servizi evitando duplicazioni di uffici e riferimenti. In quest'ottica a tre dipendenti dell'ufficio merci è stato richiesto il trasferimento a Livorno, mentre per sette addetti della business intelligence e della fatturazione è stata indicata come nuova sede Milano. Per questi trasferimenti, indispensabili nel piano di efficientamento del Gruppo e di sinergia fra le due compagnie, il Gruppo riconoscerà particolari forme di incentivazione e agevolazione». E il ruolo di Napoli in futuro? I lavoratori hanno già chiesto un incontro con l'amministrazione comunale per avere anche il Comune al loro fianco. Ma anche su questo fronte la posizione del gruppo Onorato è netta: «Nessuna ipotesi di ridimensionamento della ruolo strategico di Napoli. Si tratta di dieci dipendenti su un totale di 120 ed esclusa, quindi, qualsiasi ipotesi di chiusura o spostamento sede».
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Il Mattino