Ue: Pil Italia in crescita, ma è ultima in Europa

Ue: Pil Italia in crescita, ma è ultima in Europa
L'Italia resta ultima in Europa sulla crescita per tutto il nuovo periodo coperto dalle previsioni della Commissione Ue, cioè 2017, 2018 e 2019. Solo il Regno Unito,...

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L'Italia resta ultima in Europa sulla crescita per tutto il nuovo periodo coperto dalle previsioni della Commissione Ue, cioè 2017, 2018 e 2019. Solo il Regno Unito, che però viene per la prima volta escluso dalla tabella Ue-28, ha un andamento del pil quasi uguale a quello italiano. È Malta invece il Paese europeo che cresce di più: +5,6% nel 2017, +4,9% nel 2018 e +4,1% nel 2019. Lo scrive la Commissione Ue nelle previsioni economiche. 


Il debito italiano «scende solo marginalmente». La stima è di un debito «stabilizzato» nel 2017 a 132,1%, «anche a causa del sostegno pubblico alle banche», in «marginale discesa» a 130,8% nel 2018 e a 130% nel 2019, «soprattutto a causa della crescita più forte».

«La ripresa economica in Italia accelera nel 2017 grazie alla domanda esterna e domestica, ma i venti di coda in rallentamento e le più basse prospettive di crescita nel medio periodo modereranno la crescita» nei prossimi due anni. Le previsioni economiche rivedono al rialzo il pil 2017 a 1,5% (da 0,9% previsto a maggio) e quello 2018 a 1,3% (da 0,9%). Il rallentamento però prosegue nel 2019, col pil fermo a 1%.

Riviste al ribasso le stime sul deficit italiano: nel 2017 scende a 2,1% (dal 2,2% previsto a maggio), nel 2018 a 1,8% (dal 2,3% di maggio), «grazie ad una crescita più alta» e ad alcune misure come spending review, scontrino elettronico obbligatorio. Nel 2019, a politiche invariate, torna al 2%. Il deficit strutturale invece peggiora «leggermente» nel 2017 (2,1% invece del 2% previsto a maggio), e migliora solo «marginalmente» nel 2018 (2%).

«I recenti interventi del Governo per affrontare i rischi acuti nelle banche deboli può aiutare a sbloccare il credito e ridurre ulteriormente i rischi al ribasso, mentre ci si attende che le riforme strutturali sollevino la crescita potenziale», sottolinea la Commissione.

L'economia dell'eurozona crescerà nel 2017 «con il suo ritmo più veloce da un decennio» arrivando a un Pil del 2,2%, con un revisione al rialzo di un +0,5% rispetto alle stime di maggio che lo davano all'1,7%. Il Pil dell'eurozona è rivisto al rialzo anche per il futuro, con un 2,1% nel 2018 (precedenti previsioni all'1,8%) e all'1,9% nel 2019. Per l'Ue a 27 (già esclusa dalle stime la Gran Bretagna per la Brexit), il Pil è a 2,4% per il 2017, 2,2% per il 2018 e 2% per il 2019.

La disoccupazione nell'eurozona per il 2017 sarà al 9,1%, «il livello più basso dal 2009», mentre il numero di occupati raggiunge «un picco record», con una crescita dell'1,5%. La disoccupazione scenderà ulteriormente nel 2018 a 8,5% e nel 2019 a 7,9%. Nei 28 il tasso di disoccupazione è previsto al 7,8% per quest'anno, al 7,3% per il prossimo e al 7% nel 2019. 

L'inflazione dell'eurozona raggiungerà l'1,% quest'anno, per scendere ancora all'1,4% nel 2018 e risalire all'1,6% nel 2019. L'inflazione nominale, spiega Bruxelles, ha fluttuato nei primi nove mesi dell'anno a causa dell'influenza dei prezzi energetici, l'inflazione core al contrario è cresciuta però è rimasta debole, riflettendo una bassa crescita dei salari e rallentamenti nel mercato del lavoro.


I rischi per l'economia europea «sono ampiamente bilanciati», ma «i principali rischi al ribasso sono esterni e legati alle tensioni geopolitiche» come nella Penisola coreana, l'estensione di politiche protezionistiche e l'aggiustamento economico in Cina. All'interno dell'Ue, invece, i rischi al ribasso sono «legati all'esito dei negoziati sulla Brexit», a un forte apprezzamento dell'euro e a tassi d'interesse più elevati sul lungo periodo. 
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Il Mattino