La teconologia incontra la pulizia con Idrowash, la macchina per pulire grandi superfici senza l'utilizzo di detersivi e agrenti chimici. Tutto nasce dall'idea di due...
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La startup nasce nel 2013. I due fratelli non riuscivano a trovare lavoro nel loro settore e hanno deciso di rimboccarsi le maniche riprendendo in mano il lavoro del nonno ma rinnovandolo, scommettendo su innovazione, sostenibilità e digitale. «Avevamo un rustico ereditato dal nonno da ristrutturare - racconta Alessandro Florio - Cercavamo una soluzione che ci consentisse il recupero dei materiali che essenzialmente sono pietre con cui si costruivano anticamente le case e fosse ecologicamente ed economicamente sostenibile. Ci avevano addirittura proposto di demolire tutto e ricostruire ma noi non volevamo. A quel punto abbiamo cercato su internet tutto ciò che ci poteva essere utile per costruirci da soli una macchina che facesse al caso nostro. È così che è nata IdroWash. Da allora abbiamo iniziato a ripulire tutte le grandi superfici, facciate e pavimenti, che necessitavano di una pulizia radicale».
IdroWash è una specie di idropulitrice che funziona con un forte getto d'acqua a pressione. La novità è la possibilità di regolare la pressione e la modalità del getto senza l'utilizzo di prodotti chimici a differenza delle macchine tradizionali. Il vantaggio è quello di poter scegliere la modalità più adeguata a seconda della zona da ripulire, evitando di inquinare disperdendo prodotti chimici nell'ambiente. prodotti che talvolta rovinano le superfici soprattutto di quelle strutture più antiche che vanno valorizzate e maneggiate con cura. «La nostra idea è piaciuta molto - racconta Alessandro - tanto da essere stati premiati all' Expo di Milano e dalla Camera dei Deputati come attività innovativa nel recupero edilizio. Basti pensare che fino al 30% del valore di un immobile è costituito dall'aspetto estetico e questo ha attirato l'attenzione delle istituzioni. La nostra attività imprenditoriale nasce da un'attività artigianale che noi abbiamo implementato con nuove tecnologie e un vasto utilizzo di social network. Una novità per il nostro settore che ci permette di farci conoscere non solo in tutta Italia ma anche all'estero».
Da questa attività nasce la voglia di dare voce a chi opera nel pulito con il blog «Gli eroi del pulito». «Quello delle pulizie è un lavoro spesso vittima di luoghi comuni - spiega Alessandro - Sono in tanti a pensare che questo non sia un lavoro ma solo una necessità o una condanna. Noi dall'interno di questo mondo abbiamo pensato di porre attenzione alle storie di vita e di lavoro di quanti come noi rendono il mondo più pulito, a partire dalle proprie case ai luoghi pubblici». Nel blog ci sono le storie delle casalinghe, di mariti che aiutano in casa, di chi lo fa per lavoro o dei volontari che puliscono spiagge e boschi oppure chi fa lavori inusuali sul web «pulendo» i post da tutte le offese. Tra le storie c'è quella di Giulio, un 80enne di Brescia che ha realizzato l'unico museo italiano legato al mondo del pulito. «Giulio è un imprenditore in pensione - racconta Alessandro - e come hobby ha raccolto tutti gli strumenti per pulire. Ha messo insieme le prime aspirapolveri senza elettricità, le prime lavatrici e tanti cimeli che rischiano di finire all'estero perchè in Italia non riesce a trovare un luogo dove esporre la sua collezione». I fratelli Florio stanno già lavorando alla pubblicazione di un libro in cui hanno raccolto le storie più belle degli eroi del pulito e di un mondo apparentemente molto distante ma che invece e vicino a tutti. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino