Atenei e pronto soccorso, scenda in campo la Regione

Atenei e pronto soccorso, scenda in campo la Regione
Gentile Direttore, finalmente si comincia a chiarire la questione. Da più di mezzo secolo si trascina il problema della duplice funzione dei medici dei Policlinici, docenti...

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Gentile Direttore, finalmente si comincia a chiarire la questione. Da più di mezzo secolo si trascina il problema della duplice funzione dei medici dei Policlinici, docenti e allo stesso tempo dottori (pardon Professori), per cui non sono dipendenti regionali come gli ospedalieri e quindi svolgono liberamente la loro attività senza incompatibilità e, contemporaneamente, insegnano come qualunque docente universitario. A chiarire ulteriormente la situazione ci ha pensato sul Mattino l’ottimo Mautone che ha, con molta discrezione e tatto, portato alla luce ciò che tutti, con un po’ di conoscenza delle cose, sapevano e avevano previsto. Quanti avrebbero preso in considerazione l’ipotesi di trascorrere un turno al pronto soccorso? E poi qualcuno si lamenta che al Cardarelli si curano le persone nei corridoi! Resta il fatto che l’urgenza continueranno ad assicurarla gli ospedali veri.

Mario Rossi
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Caro Mario, che il sistema dei pronto soccorso sia sottodimensionato rispetto al bacino di utenza napoletano è un fatto oggettivo. Lo dicono i numeri. Il caso napoletano della mancata partecipazione del mondo universitario napoletano è un’anomalia se si guarda ad altre realtà metropolitane come Torino, Milano o Roma. Il Mattino ha più volte sottolineato il problema e dopo l’ennesimo fatto di cronaca e l’ennesima denuncia di un anno e mezzo fa qualcosa sembrava muoversi, anche se tra mille perplessità, puntualizzazioni e distinguo in punta di diritto. Era stato anche preso un impegno formale con tanto di data di partenza che, però, è stato del tutto disatteso. Il pronto soccorso al Policlinico di Napoli è argomento buono per convegni, dibattiti, prese di posizione. Agli occhi del cittadino però appare sempre di più come una presa in giro. Credo che tocchi alla Regione prendere il problema per le corna andando oltre ataviche resistenze da parte del mondo accademico, anche con forti denunce. L’alternativa è lo status quo. Barelle comprese. 

Federico Monga

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Il Mattino