Le carceri affollate e la lezione di Lessona

Le carceri affollate e la lezione di Lessona
Gentile Direttore, nei suoi ultimi interventi il ministro della Giustizia, Marta Cartabia, ha parlato spesso di sovraffollamento delle carceri e relativa fatiscenza delle stesse....

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Gentile Direttore,
nei suoi ultimi interventi il ministro della Giustizia, Marta Cartabia, ha parlato spesso di sovraffollamento delle carceri e relativa fatiscenza delle stesse. Questo è un problema antico, antichissimo. Che comporta tantissimi altri problemi come la facilità di concessione degli arresti domiciliari e la messa in libertà di tantissimi che delinquono. Sentiamo parlare di baby-gang, violenza sessuale, rapine e tanti altri delitti che non vengono puniti in modo giusto, con la certezza della pena, per il suddetto sovraffollamento. Non dico che il problema sia di facile soluzione ma, con collaborazione tra i vari dicasteri, si potrebbe fare molto. Ad esempio ristrutturare tante caserme dismesse che servivano per il servizio di leva, dove insistono già camerate pronte per essere adibite a celle degne di diritti civili dei reclusi. Non ci sono soldi? Si sono riversati miliardi di euro a macchia di leopardo ma invece, favorendo l’arruolamento di polizia penitenziaria e impiegati, con appalti edili e relativo indotto, avremmo risolto il problema carcerario e smosso l’economia. Volere è potere, come diceva Michele Lessona.

Roberto Iazzetta
Napoli

 

 

Caro Roberto,
il Michele Lessona che lei cita per il suo libro più noto, credo solo per il titolo purtroppo, è una delle personalità più ingiustamente dimenticate del glorioso 1800 italiano. Nato alle porte di Torino si è distinto per l’impegno nel divulgare un’idea di progresso sociale realizzabile attraverso la diffusione del sapere in ogni strato della popolazione, incluse le donne, verso la cui condizione di inferiorità è stato particolarmente sensibile, ritenendola il sintomo di una generalizzata e profonda arretratezza italiana rispetto ad altri Paesi. Il suo Volere è potere, uscito nel 1869, fu uno dei primi best seller. Si tratta di un viaggio attraverso la neonata Italia Unita rievocando le glorie passate, sottolineando senza sconti i limiti e difetti, ma illustrando anche vite esemplari di uomini che, nonostante l’umiltà delle origini e gli ostacoli e le traversie affrontati, sono riusciti a emergere facendo leva sulla volontà, sulla tenacia, sul lavoro, sull’istruzione, in contrapposizione all’ignoranza, all’ozio, alle superstizioni, all’incuria della dignità personale, all’invidia e al particolarismo. Tutte virtù indispensabili quando si devono risolvere problemi all’apparenza irrisolvibili, come l’affollamento delle carceri.

Federico Monga

 

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Il Mattino