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Gentile Direttore,
nei lontani anni 50, avere il telefono a casa era quasi un “lusso”, ricordo ancora la mia soddisfazione di poter avere contatti via “filo” . Un giorno telefonai al mio compagno di banco “Antonio” per aver notizie sui compiti da svolgere a casa. Sorpresa. Con gentilezza la mamma mi rispose di avere solo un figlio dal nome “Ciro”. E basta. Rimasi “basito”. Poi appresi che, fra i genitori, v’era stata guerra e, non essendo stato possibile accordarsi, il ragazzo era “Ciro” per la madre napoletana “doc” che considerava “cafone” “Antonio”, nome voluto dal padre. Oggi la Corte Costituzionale ha dichiarato illegittimo dare automaticamente il cognome del padre al proprio figlio . Senza accordo il figlio assumerà il cognome di entrambi i genitori. Se il caso lo richiede è previsto anche l’intervento del giudice in conformità con quanto dispone l’ordinamento giuridico e come la stessa sentenza della Corte prevede. Con probabile ulteriore aggravio di lavoro della magistratura. Infine ritengo che detta riforma non è necessaria per la tutela dei figli ma risponde solo ed unicamente ad esigenze dei soli adulti.
Angelo Ciarlo
Caro Angelo,
l’obiettivo delle cinque (cinque!) proposte di legge sull’argomento è dare pari dignità alle donne nel rapporto di coppia, disponendo che il cognome del figlio venga attribuito secondo la volontà dei genitori.
Federico Monga
Leggi l'articolo completo suIl Mattino