OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Fuga dalla Russia. Le multinazionali stanno scappando dalla nazione di Putin, dopo l'attacco all'Ucraina. Nessuno vuole legare il suo nome a quello di Mosca. È una questione di immagine, ma anche etica. Le testimonianze che arrivano ogni giorno dal fronte di guerra stanno spingendo i Ceo delle aziende più grandi al mondo a chiudere bottega in tutto il Paese. Con un conseguente danno economico che si ripercuote su tutta la Russia, a cominciare dai cittadini che perdono il lavoro e che si sentono sempre più isolati dal mondo.
Ikea, AirBnb, Nike e le altre: la lista
L'ultima grande azienda ad aver annunciato la chiusura in Russia è stata la svedese Ikea.
Hanno detto addio i colossi americani Google, Netflix e Apple. La casa californiana fondata da Steve Jobs ha anche bloccato i suoi servizi Apple Pay e Apple Maps. La Disney e altre major di Hollywood come Universal Picture o Paramount, hanno fermato la distribuzione dei film di loro produzione nei cinema russi. E ancora, nella lunga lista, ci sono Coca-Cola, Danone, i circuiti di pagamento PayPal, Visa e Mastercard, la Sony, Spotify, Nintendo, Nestlé e Lego. Ha bloccato le sue piattaforme anche AirBnb e ora l'azienda è al lavoro con i suoi host per ospitare i rifugiati.
La rivolta del mercato automobilistico
Compatto anche il boicottamento del mercato delle automobili. Sono tantissime le case che hanno bloccato le vendite dei propri mezzi. Ci sono le tedesche Audi, Mercedes e Volkswagen, c'è la Chevrolet, la Jaguar, ma anche i colossi orientale Toyota, Honda e Mazda, la General Motors e la Harley Davidson a rappresentare il mondo delle motociclette.
Leggi l'articolo completo su
Il Mattino