OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
BRUXELLES - L’alleanza dei Paesi contrari all’Euro 7 sulle emissioni dei motori per le auto torna in pressing sui vertici Ue. A quanto si apprende, Italia, Bulgaria, Repubblica ceca, Francia, Polonia, Romania, Slovacchia e Ungheria hanno inviato un non paper congiunto alla Commissione europea, alle altre capitali e alla presidenza di turno Ue per illustrare le principali preoccupazioni comuni sul disegno di regolamento di Bruxelles. La proposta, sostengono le otto capitali, «non appare realistica e rischia di avere degli effetti negativi sugli investimenti nel settore già impegnato nella transizione verso l’elettrico». «I requisiti per i nuovi standard di emissione Euro 7 devono essere considerati nel più ampio contesto legislativo dell’Ue», evidenziano gli otto Paesi, facendo in particolare riferimento alla recente ratifica dello stop ai motori a diesel e benzina a partire dal 2035.
«In generale - scrivono -, ci opponiamo a qualsiasi nuova norma sulle emissioni di gas di scarico (compresi nuovi requisiti di test o nuovi limiti di emissione) per auto e furgoni poiché distoglierebbe gli investimenti del settore» per centrare l’obiettivo del 2035.
È inoltre «fondamentale», si legge ancora nel documento congiunto, «valutare correttamente l’impatto del quadro Euro 7 proposto, anche sul comportamento dei consumatori, e garantire che le nuove norme sulle emissioni siano realistiche rispetto allo stato dello sviluppo tecnico e in termini di analisi costi-benefici». «Solo un regolamento ben equilibrato - avvertono le otto capitali Ue - fornirà il contributo positivo atteso alla protezione dell’ambiente senza mettere a repentaglio il futuro e la competitività dell’industria automobilistica europea, compreso l’accesso alla mobilità per i cittadini e la sua convenienza».
Leggi l'articolo completo suIl Mattino