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TOKYO - Per il secondo anno consecutivo la Toyota sale sul gradino più alto del podio e si conferma il marchio auto numero uno al mondo per vendite di auto, battendo ancora una volta la concorrente Volkswagen, malgrado le difficoltà causate dalla pandemia da Covid-19, nell’approvvigionamento dei semiconduttori, e la prolungata chiusura negli stabilimenti dei paesi del Sudest asiatico. Nel 2021 l’azienda nipponica ha venduto 9,56 milioni di autovetture, inclusi i marchi Daihatsu e Hino Motors, contro gli 8,8 milioni della Volkswagen, che ha invece registrato un calo del 4,5%.
A differenza degli altri costruttori mondiali, Toyota è riuscita ad attenuare l’impatto della carenza di chips sull’intero settore automotive, riducendo gradualmente la produzione tra i mesi estivi e l’autunno, e confermando un’accelerazione delle immatricolazioni nei principali mercati chiave, tra cui Cina e Usa.
La fabbrica sarà in grado di produrre annualmente batterie al litio per circa 200mila autoveicoli, con l’obiettivo di sestuplicare la manifattura «in un prossimo futuro». Anche in tempi di pandemia il famigerato Toyota Production System (Tps), ovvero il metodo di utilizzare le limitate risorse disponibili nel modo più produttivo possibile riducendo i tempi di management e costi, si è dimostrato dunque vincente. Nonostante l’arresto temporaneo delle operazioni in cinque stabilimenti in Giappone, infatti, a causa dei problemi legati alla fornitura delle parti di ricambio dal Sudest asiatico,Toyota ha deciso di lasciare invariate le stime di un’output di 9 milioni di autovetture prodotte per l’anno fiscale in corso. Entro il 2030 la prima casa costruttrice mondiale prevede di vendere 3.5 milioni di vetture elettriche, incluse le auto a idrogeno, con il lancio di 30 nuovi modelli nei prossimi otto anni.
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