ROMA - Da quel 1996 in cui tutto ebbe inizio con il debutto in 125cc ad oggi è stato un susseguirsi di sorprese, successi, emozioni, rivincite, scommesse, mondiali vinti,...
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Festeggia 40 anni il 16 febbraio, Valentino Rossi. Eppure ne dimostra sempre la metà, sotto tutti i punti di vista. Si appresta a ritornare in sella per disputare un nuovo motomondiale con i colori Yamaha con lo stesso entusiasmo del primo giorno. Ogni volta viene da chiedersi "come fa?". E la risposta è più semplice di quanto si possa immaginare, come lui stesso ha sempre dichiarato. Rossi non corre perché è alla ricerca ossessiva del decimo titolo mondiale in carriera, fermo restando che sarebbe per lui senza dubbio un risultato straordinario. Sceglie ancora oggi di indossare casco e tuta perché non c'è cosa che ama fare di più al mondo. Non c'è posto diverso dalla griglia in cui vorrebbe stare "ogni maledetta domenica". Incarna, se vogliamo, nel modo più vero e genuino il concetto di amore per il motociclismo. Si diverte così, ancora oggi: come il primo giorno. Ha sempre dichiarato di voler smettere quando non ci troverà più gusto, quando non riuscirà più ad esprimersi ad alti livelli (a prescindere dai titoli, insomma).
Fino ad allora, l'anagrafe non conterà nulla, se non a suggerirgli uno specifico lavoro fisico per poter battagliare al meglio con i ragazzini che popolano il paddock; compresi quelli della sua Academy. Il 10 marzo sarà nuovamente in sella alla sua M1, in Qatar, con la ruota anteriore ferma dietro a una casellina bianca disegnata sull'asfalto, in attesa del via libera del semaforo: quando mollerà freno e frizione inizierà ufficialmente il suo ventitreesimo mondiale in carriera e sarà già quello un trionfo per lui stesso e per lo sport italiano. Auguri Valentino, cento di questi 40 anni... Leggi l'articolo completo su
Il Mattino