Partite le procedure di sfratto per il Pd napoletano. Stando ad alcuni dirigenti mercoledì scorso, nella sede di via Toledo, si è presentato l'ufficiale...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Un brutto colpo per un partito già tramortito alle elezioni politiche ed amministrative (recente eccezione in controtendenza la vittoria al ballottaggio di Marano), le cui difficoltà finanziarie erano ben note. Si immaginava, a via Toledo, che una grande mano potesse arrivare dal tesseramento 2018, soldi freschi che potessero dare ossigeno eppure anche la scelta di tenere il contributo bloccato a 16 euro, mentre la maggior parte delle federazioni in Italia lo ha alzato anche a 30, non è bastata e le adesioni sono state fatte con estrema lentezza. Al momento sono 3.700 gli iscritti certificati, con punte a Portici e San Giorgio a Cremano mentre tra i quartieri cittadini San Giovanni a Teduccio ne conta circa 200 ed il Vomero meno di 100. L'obiettivo è arrivare a circa 13mila tesserati con una campagna di tesseramento «impostata sulla sobrietà e l'estrema regolarità di tutti i passaggi», ma il Pd sembra pagare pesantemente la disaffezione degli elettori. La certezza che le spese siano ben superiori alle poche entrate ha condotto alla chiusura della sede. Ci sono quattro dipendenti che legittimamente vantano stipendi arretrati: non era più sostenibile il mantenimento di una sede, benché molto affollata nell'ultimo anno come luogo di litigi, conflitti, conferenze stampa convocate ad horas per attaccare i compagni di partito. Va detto che la sofferenza parte da lontano. Le leve di finanziamento per i circoli erano tutte interne. La quota di mille euro a parlamentare e di 500 euro a consigliere regionale: gli eletti del 4 marzo in città sono stati soltanto quattro, Gennaro Migliore, Paolo Siani, Lello Topo e Valeria Valente. Insufficienti per mantenere in vita la sede provinciale, meglio accorparsi con il quartier generale regionale guidato da Assunta Tartaglione.
Nuova linfa potrebbe arrivare dalle primarie. Un'occasione per rilanciarsi, radicarsi, strappare consensi ai Cinquestelle nonostante la chiusura della sede principale oltre che di tanti circoli in provincia. Alle primarie, dai più auspicate aperte ai non iscritti, dovrebbero essere versati i consueti due euro utili all'organizzazione delle votazioni. Con tutti i rischi e le polemiche che ne conseguono in una città abituata in passato ai pacchetti di voti o alle file sospette ai seggi.
Proprio in vista delle primarie per il congresso nazionale che dovrebbe tenersi il 3 marzo 2019, salvo sorprese dell'ultimo momento come la rinuncia di qualche candidato, stanno per arrivare nel capoluogo partenopeo i big della contesa. Approfittando dell'occasione di un libro da presentare, i massimi dirigenti del Pd diranno la loro sul prossimo segretario nazionale e si verificherà il posizionamento tattico dei ras locali. Martedì pomeriggio l'ex premier Paolo Gentiloni si recherà alla libreria Feltrinelli per partecipare ad un dibattito che prenderà spunto dal suo volume La sfida impopulista: molto critico con Renzi già nella sua ultima fase a Palazzo Chigi, Gentiloni è orientato a sostenere Nicola Zingaretti. Quest'ultimo dovrebbe fare tappa a Napoli a ridosso delle feste natalizie. L'altro candidato di punta non ha ancora ufficializzato, ma sembra questione di ore: Marco Minniti ha già programmato la presentazione del suo libro Sicurezza è libertà al teatro Sannazaro il 10 dicembre. La partita è apertissima. Se i soldi sono pochi, ci si augura che almeno abbondino le idee. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino