Provate, solo per un momento, a non pensare al Comune, protagonista principale della storia degli affitti napoletani. Immaginate, se ne avete voglia, di avere un amico che...
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La vicenda dei fitti del Comune di Napoli non si esaurisce nel racconto della case con vista mare cedute a 24 euro al mese, va necessariamente arricchita con l’altra voce del bilancio, quella che si trova sulla colonna opposta, quella che riguarda il costo dei fitti pagati da Palazzo San Giacomo. Nel 2011, fresco d’elezione, il sindaco riunì la Giunta e tutti si interrogarono su questo specifico tema. «Abbiamo trovato un bilancio nel quale 7 milioni e settecentomila euro sono imputati ai fitti passivi. Facciamo qualcosa».
In Giunta la situazione venne affrontata con piglio e tenacia «l’attuale situazione impone scelte immediate», scrissero i freschi assessori. «È necessario creare una capillare banca dati... bisogna arrivare a una progressiva dismissione dei fitti passivi», scrissero nella delibera 1298 del 19 dicembre 2011 e conclusero «Con immediatezza va creato un piano che consenta di utilizzare meglio gli immobili comunali chiedendo fitti adeguati per le case in zone di pregio e utilizzando locali di proprietà del Comune per insediare gli uffici e ridurre drasticamente i costi...».
Una delibera di fuoco, scritta poco più di quattro anni fa.
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Il Mattino