Un'afragolese di millesettecento anni fa. Probabilmente una contadina, di religione cristiana, vissuta in quella parte di territorio cittadino che oggi si chiama contrada...
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LA DATAZIONE
«Si tratta di sepolture a inumazione databili tra il IV e il VII sec. d.C., del tipo a fossa o entro anfora», scrive Elena Cinquantaquattro, soprintendente per l'area metropolitana di Napoli: «I corredi sono molto poveri o inesistenti e ricollegabili a un piccolo villaggio che doveva sorgere nella zona. Le indagini condotte nel corso degli ultimi anni hanno portato alla luce diversi siti archeologici di grande rilevanza, databili tra il periodo Neolitico e l'età tardo-antica/alto medievale. Per questo - conclude Cinquantaquattro - la Soprintendenza per l'area metropolitana di Napoli insieme a RFI sta lavorando a un progetto per la realizzazione di una mostra che renda note al grande pubblico le più importanti scoperte archeologiche effettuate nel corso dei lavori». Che questa zona fosse ad alto interesse archeologico, lo dimostra anche il ritrovamento di impronte umane e animali, risalenti a quattromila anni fa, cristallizzate su quel tappeto di fango e cenere caduti in tutta la zona in seguito a una mega eruzione del Vesuvio. Un fenomeno noto come come «Pomici di Avellino» visto che gli effetti della catastrofica eruzione distrussero la civiltà del Bronzo in Irpinia. Segno che anche in quel periodo l'attuale Afragola era abitata e vi si praticava quanto meno la pastorizia. Sempre durante i lavori per l'Alta velocità, nel 2005, in località Maziasepe, furono rinvenuti resti di un vero e proprio villaggio, risalente all'età del Bronzo Antico. Gli archeologi riportarono alla luce capanne, orme, resti umani, e soprattutto vasellame, il cui studio accertò che risalivano a circa tremilaottocento anni fa. Ora la speranza di tutti è che, compatibilmente con i tempi tecnici, tutta la storia dissepolta possa essere collocata nella stazione dell'Alta Velocità di Afragola. Un'idea che sicuramente sarebbe piaciuta a Zaha Adid, capace di dare nuovo smalto alla struttura creando un vero collegamento emozionale con la città. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino