Compra terreno vicino alla dimora del boss dell'agro nolano, il clan impone la tangente

Compra terreno vicino alla dimora del boss dell'agro nolano, il clan impone la tangente
Minacce, atti intimidatori, estorsioni e tangenti di ventimila euro per imporre la propria egemonia nell'area dell'agro nolano. Questo lo scenario rivelato dalle indagini...

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Minacce, atti intimidatori, estorsioni e tangenti di ventimila euro per imporre la propria egemonia nell'area dell'agro nolano. Questo lo scenario rivelato dalle indagini coordinate dalla Direzione distrettuale Antimafia ed eseguite dalla Squadra Mobile della Questura di Napoli, che hanno incastrato Antonio Russo, reggente dell’omonimo clan.


La polizia di Stato ha dato esecuzione oggi a un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Napoli nei confronti del 47enne pregiudicato e dei suoi due complici il 54enne Bernardo Murano e il 48enne Antonio Sorrentino responsabili, a vario titolo e ruolo, di estorsione, con l’aggravante di avere commesso il fatto in più persone riunite ed avvalendosi delle condizioni previste dall'articolo 416 bis.

In particolare, dalle indagini è emerso che nel marzo del 2018 i tre minacciavano, a più riprese, un imprenditore attivo nel settore ortofrutticolo, operante nel territorio Agro nolano, imponendogli il versamento di una tangente estorsiva per aver acquistato alla fine degli anni ‘90 un terreno in località San Paolo Belsito in provincia di Napoli, nelle immediate vicinanze della residenza storica della famiglia camorristica dei Russo.

Questi i fatti. Russo dapprima poneva in essere una serie di atti intimidatori, tramite i due complici per poi convocare, in aperta campagna vicino a un noccioleto, la vittima costringendola a pagare una tangente estorsiva di cinquemila euro al posto dei ventimila euro inizialmente richiesti. In quell'occasione, Russo affermava testualmente «come vi siete permesso di acquistare la terra in questa zona, quella è la terra che deve appartenere alla mia famiglia».

La somma richiesta veniva consegnata dalla parte offesa, pochi giorni dopo all’interno di una busta, nei pressi di un distributore di benzina della zona, nelle mani di Murani  designato per ritirare il denaro.

Antonio Russo è il figlio del più noto Pasquale Russo, ristretto da tempo in carcere dopo numerosi anni di latitanza, fondatore e capo, unitamente al fratello Salvatore Andrea, dell’omonimo sodalizio camorristico, la cui esistenza ed operatività nell’area Agro nolano è stata riconosciuta da vari provvedimenti giudiziari, anche definitivi.


Gravato da precedenti penali, Antonio Russo era sottoposto dal 2017 alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale.  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino