Scuole aperte a Napoli ma lezioni in strada al liceo Mercalli: «La nostra salute a rischio»

La fronda degli studenti in agitazione inizia a calare già al secondo giorno di scioperi. Molti sono rientrati in classe dopo aver ottenuto parte delle richieste poste ai...

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La fronda degli studenti in agitazione inizia a calare già al secondo giorno di scioperi. Molti sono rientrati in classe dopo aver ottenuto parte delle richieste poste ai dirigenti, come al Sannazaro dove ieri erano presenti tutto il 50 per cento degli studenti previsti, altri attendono la nuova circolare sugli orari definitivi come all'Umberto, e altri hanno continuato a manifestare fuori scuola e boicottare lezioni in presenza e a distanza come al Mercalli. I ragazzi sono consci che «le condizioni di maggiore sicurezza richieste non possono arrivare da un giorno a un altro, ma già iniziando con presìdi fissi in ogni scuola sarebbe un messaggio chiaro di tutela della nostra salute e per quella di docenti e personale» chiariscono. Tuttavia potrebbero arrivare manifestazioni di massa nei prossimi giorni, per scuotere maggiormente le istituzioni, in particolare sul fronte dei trasporti, visto da tutti come il centro dei possibili contagi.

Gli studenti del liceo Mercalli a Chiaia sono tra i più compatti sul fronte della protesta, che «non è contro la nostra dirigente, con cui abbiamo un dialogo, ma contro le politiche del governo degli ultimi mesi che ha provveduto a far acquistare solo sedie con le rotelle e non dispositivi di prevenzione del contagio». Ieri in classe solo i ragazzi delle prime «che nemmeno si conoscono e hanno bisogno di entrare mentalmente in una nuova forma di didattica differente da quella ricevuta alle medie». Circa una trentina di studenti più grandi, che avrebbero dovuto partecipare alle lezioni in presenza, hanno preferito non entrare e ricevere un'assenza, per poi sedersi distanziati sui gradini della scalinata Massimo Troisi a poche centinaia di metri per seguire insieme la lezione in Dad «perché noi vogliamo studiare, ma soltanto se sarà garantita la sicurezza» ammette una studentessa. «Non è una protesta contro i singoli istituti, lasciati a loro stessi nel caos di Dpcm, ordinanze e raccomandazioni regionali. Ma un messaggio per governo e Regione per i quali noi studenti siamo l'ultimo dei pensieri, e ne è la dimostrazione proprio la Dad, una soluzione emergenziale che doveva servire solo per il periodo necessario per mettere in sicurezza le scuole, che però non hanno fatto» chiosa un altro. La protesta, continuerà, promettono, fino a quando sarà necessario. La scuola intanto sta verificando il corretto funzionamento della rete in tutte le aule e predisporrà il relativo potenziamento dove dovesse risultare necessario, poiché sono state segnalate problematiche di connessione in Dad.

Anche gli studenti del liceo Pansini al Vomero proseguono la loro protesta. Dopo nessun presente lunedì, ieri sono entrati in classe appena una decina di ragazzi delle prime classi. «Il messaggio di noi studenti è chiaro: vogliamo tornare in presenza ma queste non sono le condizioni di sicurezza adatte a perché ciò avvenga. Non possiamo accontentarci nemmeno della Dad, perché non è la didattica che vogliamo» insiste una studentessa. «È chiaro che non è stato fatto nulla di concreto nelle scuole se le strutture sono identiche a marzo scorso e a settembre. Non essendoci nessun miglioramento per tutelarci, proseguiremo lo sciopero. Vogliamo entrare a scuola ma con le giuste condizioni di sicurezza». Gli studenti del Collettivo Pansini dopo un'assemblea decideranno se avanzare una serie di richieste a tutela della salute e del diritto allo studio. Tra le scuole che stanno continuando le proteste c'è il liceo Calamandrei di Ponticelli, dove già nel primo giorno 38 classi su 46 non sono entrate, al Giordani-Striano di Fuorigrotta con sciopero sia in Dad che in presenza di buona parte degli studenti, e ancora De Nicola al rione Alto, Pagano a Chiaia, Tito Lucrezio Caro a Posillipo, istituto Vittorio Emanuele II a Fuorigrotta. Al liceo Alberti al Vomero e al Nitti a Fuorigrotta, anche ieri c'è stato un massiccio boicottaggio delle lezioni in presenza da parte degli studenti che contano di proseguire per tutta la settimana affinché «le nostre richieste di maggiore sicurezza e potenziamento dei trasporti siano accolte».

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Il Mattino