Sorrento. Alga tossica rovina cozze e ricci. L'esperto: «Ecco da cosa dipende»

Sorrento. Alga tossica rovina cozze e ricci. L'esperto: «Ecco da cosa dipende»
«La tossina prodotta da ostreopsis ovata può diventare pericolosa per l'uomo attraverso il consumo di taluni organismi marini che vivono a ridosso dei litorali rocciosi o...

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«La tossina prodotta da ostreopsis ovata può diventare pericolosa per l'uomo attraverso il consumo di taluni organismi marini che vivono a ridosso dei litorali rocciosi o attraverso pesci che si nutrono di alghe, o per inalazione dell'aerosol marino normalmente prodotto dal moto ondoso o ancora per contatto con l'acqua di mare contenente la tossina, condizione che si verifica con la semplice permanenza sulla spiaggia». A spiegare quali possono essere i rischi per l'uomo dall'ingestione delle tossine prodotte dalla macroalga rinvenuta nel mare di Sorrento è il dottor Vittorio Soprano, dell'Istituto zooprofilattico del Mezzogiorno di Portici.




La Regione dal 2007 ha avviato un piano di monitoraggio per l'ostreopsis ovata, come mai?

«A metà dello scorso decennio - risponde Soprano - si sono verificati alcuni casi di intossicazione da inalazione nella zona intorno Genova. Da quel momento è stato predisposto un Piano di controllo nazionale che la Campania esegue in modo particolarmente curato».



La tossina si sviluppa grazie all'inquinamento marino?

«Al momento - sostiene l'eserto - non ci sono studi che rivelino il nesso di causa-effetto tra le acque inquinate e la presenza della ostreopsis ovata. Anzi, in alcuni casi è stata ritrovata anche all'interno di aree marine protette e quindi in specchi d'acqua particolarmente puliti».



Come mai la presenza dell'alga tossica è stata rilevata solo a Sorrento e non in altre zone della costiera?

«La costa della penisola sorrentina risulta essere particolarmente favorevole all'insediamento di questa macroalga. Infatti essa si sviluppa esclusivamente sui fondali rocciosi e non su quelli sabbiosi. Per questo, ad esempio, è impossibile ritrovarla lungo il litorale del Casertano».
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Il Mattino