La Regione dal 2007 ha avviato un piano di monitoraggio per l'ostreopsis ovata, come mai?
«A metà dello scorso decennio - risponde Soprano - si sono verificati alcuni casi di intossicazione da inalazione nella zona intorno Genova. Da quel momento è stato predisposto un Piano di controllo nazionale che la Campania esegue in modo particolarmente curato».
La tossina si sviluppa grazie all'inquinamento marino?
«Al momento - sostiene l'eserto - non ci sono studi che rivelino il nesso di causa-effetto tra le acque inquinate e la presenza della ostreopsis ovata. Anzi, in alcuni casi è stata ritrovata anche all'interno di aree marine protette e quindi in specchi d'acqua particolarmente puliti».
Come mai la presenza dell'alga tossica è stata rilevata solo a Sorrento e non in altre zone della costiera?
«La costa della penisola sorrentina risulta essere particolarmente favorevole all'insediamento di questa macroalga.
Infatti essa si sviluppa esclusivamente sui fondali rocciosi e non su quelli sabbiosi. Per questo, ad esempio, è impossibile ritrovarla lungo il litorale del Casertano».