Ci sono i soldi - 250 milioni della Regione la grande scommessa del presidente Vincenzo De Luca - «ma riorganizzare il pianeta casa e tutte le politiche abitative non...
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I PALETTI
Dunque, graduatorie da riordinare, assegnazioni solo a chi non supera 15mila euro di reddito Isee, e riqualificazione e rigenerazione urbana questo il cuore del Piano casa della Regione. Discepolo dettaglia cosa sta mettendo in campo la Regione: «Non abbiamo aspettao che il governo si muovesse con il miliardo promesso l'edilziia popolare - spiega l'assessore - la Regine si è mossa con la legge di riforma degli Iacp e la nascita dell'Acer e destiniamo 250 milioni a programmi di rigenerazione del patrimonio edilizio e la costruzione di nuovi alloggi sull'Erp, l'edilizia residenziale pubblica, e sull'Ers, l'edilizia residenziale sociale». Come saranno assegnati questi fondi? «A metà tra Acer che possiede il 50% del patrimonio immobiliare della Regione e l'altro 50% ai Comuni con un bando che li metterà in competizione tra di loro. Solo chi dimostrerà potere moltiplicare queste risorse usando provvedimenti come l'ecobonus e il sisma bonus ma anche con il partenariato con i privati per cui è possibile investire e avere poi un credito fiscale». Per Discepolo se si sfruttano i moltiplicatori «i 250 milioni possono diventare 500 e 750». Napoli con le sue periferie degradate e un patrimonio immobiliare allo stesso modo depauperato avrà un ruolo importante. «A Napoli - conclude l'assessore - penso al Rione De Gasperi, a Ponticelli, Poggioreale, Soccavo. Ma interventi sono necessari in tutta la Campania».
LA SVOLTA
Soddisfatto De Luca: «Da dieci anni i fondi per l'edilizia pubblica sono scomparsi e sono stati usati per coprire i debiti della sanità riuscendo nell'impresa di non fare nessuna delle due cose. Abbiamo recuperato 250 milioni di euro facendo operazioni di bilancio molto attente di recupero di fondi non usati e li destiniamo all'edilizia pubblica in Regione». Al di là della polemica De Luca lancia un'altra sfida: «Nelle aree urbane ci sono ex capannoni industriali vuoti per i quali bisogna tenere il vincolo di destinazione, ma a che serve? Facciamoci abitazioni se servono o anche condomini con piccole imprese. «invece di fare nuove costruzioni usiamo gli ex
capannoni nelle aree urbane e ristrutturiamo il patrimonio esistente, coinvolgendo i privati ma sapendo che dobbiamo garantire loro un margine per convincerli a investire, perché ormai anche i monaci trappisti fanno la birra e non hanno più la vocazione alla povertà. Se un imprenditore non guadagna il 15-20%, l'investimento non lo fa mai». Leonardo Impegno consigliere delegato di Acen delinea il prossimo futuro: «Puntiamo alla riqualificazione - spiega Impegno - dotando le case dell'edilizia residenziale di cappotto termico e anche, con il sisma bonus, consolidando le fondamenta per rendere gli edifici statici davvero. L'Acer può sottoscrivere intese con i Comuni e gestire le sanatorie legali e fare un recupero talmente positivo da rendere una casa conveniente da acquistare per chi ci vive. Con il Comune di Napoli e Napoli servizi presto ci incontreremo per mettere a disposizione risorse e competenze per aiutare l'alienazione e recuperare gli alloggi che sono molto scadenti». Tocca alla Brancaccio dare voce agli imprenditori: «L'approccio giusto è guardare l'edilizia residenziale come leva di sviluppo di un territorio, al di là dell'interesse della categoria che chiaramente esiste per il tema». Soddisfatto anche il Sunia: «Ci siamo scontrati per un anno ma con la nascita dell'Acer ora abbiamo uno strumento che garantisce tutti».
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Il Mattino