Almaviva. Governo: «Licenziamenti da ritirare». L'Ad: «Non è possibile»

Napoli - É appena terminato il confronto al ministero dello Sviluppo Economico tra governo, sindacati e azienda sui 2511 licenziamenti e sulle chiusure dei due call...

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Napoli - É appena terminato il confronto al ministero dello Sviluppo Economico tra governo, sindacati e azienda sui 2511 licenziamenti e sulle chiusure dei due call center di Napoli e di Roma annunciati dall'impresa italiana delle telecomunicazioni Almaviva. Il confronto è stato presieduto dalla vice ministro allo Sviluppo Economico Teresa Bellanova, politico esperto del settore, che ha chiesto all'azienda il ritiro della procedura di mobilità. I primi interventi dei sindacalisti sono stati puntati sul mancato rispetto dell'accordo del 31 maggio da parte dell'azienda.


Accordo con cui era stata revocata la prima procedura di mobilità per 2988 lavoratori delle sedi di Roma, Napoli e Palermo ed erano stati introdotti i contratti di solidarietà di tipo difensivo la cui durata provvisoria è prevista fino alla fine di novembre.  Ma durante il confronto di oggi l'amministatore delegato di Almaviva Contact ha replicato in modo inequivobaile ai sindacati. "Non ci sono i presupposti per passare alla seconda fase dell'accordo di maggio", ha dichiarato il manager facendo chiaramente intendere il fallimento del patto stipulato quattro mesi fa.  Adesso, in base a questa nuova procedura di mobilità, la chiusura delle sedi di Roma e Napoli è dietro l'angolo: la scadenza del provvedimento aziendale è fissata al 18 dicembre. Prossimo faccia a faccia il 27 ottobre. Non si discute a bicce ferme: il conto alla rovescia della procedura di licenziemento prosegue inesorabile.                       Leggi l'articolo completo su
Il Mattino