Anna e Rosaria Corcione sono due artiste napoletane doc, che da qualche anno esportano le loro opere e le loro idee in tutto il mondo. Dopo aver incantato Belgrado, Strasburgo,...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Quale aspetto vi ha colpito di più degli Stati Uniti, dal punto di vista culturale? Sono davvero così aperti?
Gli Stati Uniti sono veramente grandi anche in quanto a distanze, i nostri primi incontri si sono concentrati nella costa Atlantica New York, Boston e Filadelfia, per poi passare alla costa del Pacifico Los Angeles e San Diego. Citta’ differenti paesaggisticamente ma con un unica visione culturale e una grande attenzione per l’arte europea, In tutti questi luoghi ho sentito un grande apprezzamento per la nostra azione artistica, Quando vai a Manhattan per esempio e la guardi da lontano ti da l’idea di “citta’ dark” perché grandi grattacieli invadono lo spazio con luci intermittenti, (le finestre) ma poi quando ci sei dentro, ti rendi conto che è tutto super luminoso. Questa è la sensazione che abbiamo avvertito, metafora della grande mela, se da una parte bisogna fare tre lavori per viverci dall’altra parte è tutto possibile.
Da Lello Esposito in poi, gli Usa apprezzano particolarmente l'arte e le idee napoletane. E' stato così anche per voi? Secondo voi perché?
Esattamente, sentivo una grande predisposizione nei confronti della nostra arte, gli americani amano l’arte italiana, il cinema italiano studiano l’italiano! pensa che la settimana prima del nostro evento alla New York University Casa Italiana Zerilli-Marimò c’era stato Napoli Film Festival sono molto attenti a quello che succede da noi. La parola Napoli in America evoca sempre l’idea di un luogo magico depositario di cultura scienze e arte. Credo che il sogno di tanti artisti sia fare un esibizione a NY, noi l'abbiamo progettato e realizzato, e in connessione con la musica la letteratura e la poesia, abbiamo portato con noi l’idea della cultura italiana che non è solo quella passata quindi legata ai loro ricordi, ma quella contemporanea, spesso sottovalutata per dare spazio a quella tradizionale.
Un "Poema Sonoro". Di che si tratta? Perché registrarlo così lontano?
Chi ci conosce, conosce anche la nostra storia artistica, abbiamo dedicato grande osservazione all’arte classica per poi esprimerci con materiali contemporanei, per parlare attraverso le nostre opere di temi come il razzismo, le condizioni della donna, l’identità e i sentimenti e il continuo rapporto tra uomo e natura. Linguaggi artistici diversi fanno parte della nostra ricerca nelle quale crediamo fortemente, passando dalla scultura alla pittura dall’incisione all’installazione. Il nostro nuovo lavoro è un "Poema Sonoro" con installazione, la grande influenza della musica e del teatro nella nostra vita ci spinge in un’arte anche performativa , che conserva l’installazione e si arricchisce di poesia e musica, Il Poema ha come titolo “La mia casa” . La storica d’arte Laura Lombardi dopo aver visto e sentito “La mia casa” introduce cosi l’opera. “L'artista mette la sua percezione della casa, i rischi e i pregi, la casa è un simbolo e il suo racconto una metafora della condizione umana, è un lavoro su qualcosa che appartiene a tutti noi”. Condividiamo pienamente l’introduzione del critico, infatti è un tema delicato e sensibile che appartiene a tutti noi soprattutto in questo momento storico e anche Manhattan ne è investita, questa è una delle ragioni del perché abbiamo registrato così lontano, è una città di 18milioni di abitanti dove il tema della casa è particolarmente sentito, si vive in piccoli spazi, spesso a costi molto alti (come del resto sta avvenendo in tutte le capitali europee). Ma non solo per questo, anche perché dalla prima volta che vedemmo NY trovammo un collegamento fortissimo con la mia città, parallelo compreso, il ritmo quotidiano, il tanto in tutto e i grandi estremi.
Al di là delle polemiche italiane, che percezione c'è di Napoli oltre l’Oceano?
Esiste un idea sterotipata della città molto diffusa anche negli Stati Uniti, non si può negare. Noi facciamo un operazione di diffusione culturale alterativa, attraverso la nostra arte e il nostro impegno veicoliamo un idea di Napoli innovativa e solidale. Credo molto in una città internazionale e punto di riferimento per tutti i paesi del mediterraneo. Certo Napoli oltreoceano non è solo una percezione, è qualcosa di concreto, è impossibile percorrere una strada senza trovare in qualche modo il nome “Napoli” questo è anche simpatico, ma la nostra idea è quella di “esportare” un senso estetico di bellezza e di poesia che adesso circola nei nostri luoghi d’arte. Nonostante tutte le contraddizioni, economiche sociali e politiche Napoli rimane sempre un grande laboratorio creativo.
Terminata questa esperienza americana, cosa c'è all'orizzonte per le sorelle Corcione?
Il progetto multimediale presentato negli Usa ha ricevuto critiche molto positive aprendo nuove connessioni, crediamo che questo progetto non si fermarà negli States. Intanto si è fortificato il nostro rapporto con Squilibri Editore casa editrice che tutela la qualità e la cultura della nostra terra e lo fa in modo ricercato e sofisticato, con loro abbiamo parlato di un nuovo progetto. In questi giorni presenteremo il nostro lavoro multimediale a Buenos Aires una proiezione che racconta le 14 tele "Stappi e Stratificazioni" che testimoniano le diverse fasi del nostro percorso artistico durante il concerto di Peppe Voltarelli. Al rientro abbiamo in programma già due mostre con il nuovo progetto Poema Sonoro una a Barcellona e una in Francia per poi ritornare con una seconda performance a Firenze. Intanto Napoli ci scrive e stiamo decidendo una data per la nuova mostra. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino