Sbloccati i lavori al Teatro di Nerone, ma i comitati accusano: «Il progetto Unesco è fallito»

Sbloccati i lavori al Teatro di Nerone, ma i comitati accusano: «Il progetto Unesco è fallito»
Dopo lo stop al cantiere lo scorso maggio, sbloccati i lavori al Teatro Antico di Neapolis, beneficiario di un finanziamento di 6 milioni di euro. Ad annunciarlo l’assessore...

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Dopo lo stop al cantiere lo scorso maggio, sbloccati i lavori al Teatro Antico di Neapolis, beneficiario di un finanziamento di 6 milioni di euro. Ad annunciarlo l’assessore comunale all’Urbanistica Carmine Piscopo, in seguito alla riunione della commissione Politiche urbane presieduta da Eleonora De Majo: «Abbiamo avuto l’assegnazione dal Provveditorato per le Opere pubbliche della Campania e ora i nostri uffici sono in fase di controllo della nuova ditta. Poi si passerà ad aggiudicare i lavori e alla stipula del contratto».


Tutto era fermo nel teatro dell’Anticaglia da quando la ditta risultata vincitrice, la Ati Lande srl di Napoli, era stata raggiunta da interdittiva antimafia. Intanto l’assessore annuncia che il completamento del terzo lotto dei lavori, che rientrano nel Grande Progetto Unesco, è previsto per fine 2020. «Ma si dovrà provvedere all’esproprio degli immobili circostanti per il recupero della scena e la creazione di spazi espositivi». E sul ruolo della Soprintendenza, aggiunge: «quello di dare l’ok al progetto e seguire la direzione dei lavori». «L’opera - dice il dirigente del servizio Programma Unesco, Massimo Santoro - richiederà l’esproprio o l’asservimento degli edifici, che entreranno a far parte del patrimonio comunale, con gli oneri di gestione e manutenzione». 

A dirsi scettico su questo annuncio e sull’avvio dei cantieri per il rifacimento delle strade del centro storico è Antonio Pariante, del Comitato Civico di Portosalvo: «Allo stato attuale nessun cantiere risulta ufficialmente completato. Nemmeno quelli del Duomo, della Pietrasanta e di San Paolo Maggiore. La rendicondazione dei lavori verso l'Unesco è quindi totalmente fallimentare». E sul restyling della pavimentazione nelle strade dei Decumani: «appare come un chiaro ripiego per tamponare il fallimento del progetto, che doveva servire soprattutto a restaurare i monumenti del sito», conclude Pariante. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino