Parte dall'Osservatorio Astronomico di Napoli la startup sociale e digitale al femminile «Le Contemporanee». La location scelta per il lancio è evocativa di...
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La startup è nata da un'idea di Darah de Pietro, Valeria Manieri e Cristina Sivieri Tagliabue, esperte in media e politica che hanno deciso di mettere insieme le forze per fare qualcosa di concreto e cambiare le cose. Dalle riflessioni online e offline delle contemporanee ogni anno nascerà un libro che porterà all'attenzione dei governi proposte e controproposte di legge per eliminare le discriminazioni di genere in Italia, dialogando con l'Europa. Per scriverlo davvero insieme il libro bianco sarà costruito attraverso incontri pubblici e privati, allargati e trasparenti, coordinati con un metodo innovativo di «design thinking», un metodo brevettato e utilizzato sin ora solo da grandi multinazionali. Il sito avrà varie sezioni tematiche con contenuti multimediali diversificati, compreso un archivio d'autrice con i ritratti di importanti donne contemporanee.
Al convegno di lancio hanno prespo parte numerose donne del mondo delle professioni, della cultura e della politica tra cui Emma Bonino. La Senatrice della Repubblica, protagonista di tante battaglie per i diritti civili, ha sottolineato l'importanza dell'essere donna oggi. «Ho sempre pensato che la parte a Sud Italia debba pensarsi in modo diverso - ha detto - non come la periferia dell'Europa o dell'Italia ma potenzialmente come un grande ponte verso il Mediterraneo che in questo momento è ancora piuttosto turbolento ma non sarà sempre così. Da questo punt di vista il potenziale femminile va assolutamente 'usato' al meglio e potenziato. La capacità di inventiva e di resilience delle donne è fondamentale».
Commentando la scarcerazione di uno dei presunti aggressori della ragazza violentata nella Circumvesuviana a San Giorgio a Cremano non ha voluto dibattere in merito alle scelte giudiziarie ma ha chiamato in causa proprio gli uomini. «Abbiamo bisogno che escano fuori gli uomini - ha detto la Senatrice - Noi dobbiamo essere vittime, ci dobbiamo proteggere ma io penso che siano gli uomini a doversi finalmente fare avanti, parlare con i loro amici, compagni e colleghi e si devono responsabilizzare. Non è che qui ci violenta e ci stupra l'Arcangelo Gabriele, ma qualche uomo in carne ed ossa quindi è bene che se ne facciano carico anche loro». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino