Bagnoli, il lido comunale è chiuso ma tornano i bagnanti: tuffi tra i veleni

Bagnoli, il lido comunale è chiuso ma tornano i bagnanti: tuffi tra i veleni
È l'unica struttura pubblica prevista sul lungomare di Bagnoli. Ma il lido comunale resta inaccessibile; mentre gli stabilimenti privati, tutti aperti nei paraggi,...

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È l'unica struttura pubblica prevista sul lungomare di Bagnoli. Ma il lido comunale resta inaccessibile; mentre gli stabilimenti privati, tutti aperti nei paraggi, fanno affari, attirano clienti. E i bagnanti che non vogliono pagare si spostano sulle spiagge contaminate, ancora in attesa di bonifica e ricoperte da rifiuti e sostanze altamente cancerogene. 

Il tour sotto il sole, tra i divieti ignorati, inizia a Coroglio. Dove spuntano, sin dalle prime ore del giorno, sdraio e ombrelloni tutti uguali, sistemati vicino al bagnasciuga. E, in acqua, vengono avvistati anche topi morti che, però, non scacciano la gente in bikini. Più avanti, ci sono i circoli con i centri sportivi riservati ai soci e i solarium sul cemento. E, dopo ancora, i lettini sul prato verde, all'inglese, le piscine e le piattaforme curatissime con bar e musica. Così si arriva al cancello sbarrato: un catenaccio impedisce l'accesso. Intorno, cartoni e altro materiale di risulta. Sotto la scuola si vedono pure i resti di un rifugio di un senzatetto. Dall'altro lato, a destra, è invece tutto un luccichio Bagnoli Joe's bistrò, solo da poco operativo. «Il nome è un omaggio agli americani della Nato che fino a quando non sono andati via così chiamavano la pizzeria da Gennaro presente nel quartiere dal 1956», dice con orgoglio Fabio Cristiano, 47 anni, il titolare che annuncia altri investimenti. «A settembre ho intenzione di inaugurare una paninoteca», afferma e spera che il lido comunale sia accessibile ovviamente prima. «Sarebbe bello: ho visto gli operai all'opera, ma poi nessuno mi ha saputo indicare una data», riflette ad alta voce. «Se l'amministrazione è in difficoltà, io sono pronto a sostenere l'operazione e a mettere all'interno i tavolini, gli arredi, insomma quel che serve per un punto di ristoro, e a provvedere alla pulizia: gratuitamente», si candida l'imprenditore. Ma i tempi per la riqualificazione rimangono incerti. «Avevamo cominciato i lavori, speravamo di riuscire a finire per il primo giugno. Ma il lido comunale è stato vandalizzato: ignoti hanno distrutto le pedane e gli altri interventi già realizzati con i 25mila euro messi a disposizione dall'autorità portuale e utilizzati anche per la spiaggia di San Giovanni a Teduccio», sintetizza l'assessore di Palazzo San Giacomo, Francesca Menna, spiegando che il raid risale agli inizi di maggio. L'impasse, dunque, dura già da un mese. Perché? «Stiamo cercando i fondi, ma non è semplice, visto che il bilancio resta da approvare: venerdì scorso si è tenuta con i dirigenti della risorsa Mare una riunione», aggiunge Menna, che è in contatto anche con la Municipalità per coinvolgere cittadini e onlus di buona volontà. «Molte associazioni hanno voglia di prendersi cura dell'area, e questa può essere anche modalità di controllo», ragiona, chiarendo che, quello a Bagnoli, non è nemmeno l'ultimo assalto. «Alla rotonda Diaz hanno rubato i braccetti delle docce. Ciò significa sostenere spese continue, dover rifare tutto daccapo». 

Proseguendo il viaggio nel degrado, si arriva in via di Pozzuoli, l'ultima strada cittadina. Qui altri cartelli avvisano che l'intera zona anche quest'anno non è balneabile. Dovrebbe essere off-limits. Eppure, incuranti del divieto e dei pericoli per la salute, anche bambini e anziani nuotano sotto costa. La mattina, soprattutto il sabato e la domenica, l'arenile si presenta affollato. Due tedeschi di Colonia, Mohamed Ben Khedhdr e Jesue Roma, rispettivamente di 30 e 35 anni, non parlano italiano e protestano in inglese: «È tutto rotto, c'è plastica ovunque. Disgustoso». Risalgono da una scala, tra i paletti del marciapiede, Rosario Spurio, 35enne di Pianura, e la sua dolcissima madre Adriana: «Veniamo qui da sempre, perché non abbiamo alternative. E, quanto all'inquinamento, non pensiamo che 20 metri più avanti cambi granché». A meno di 5, sempre lato mare, si trova, però, un materasso: è la casa di altri due senzatetto. Al calar della sera, sotto le stelle. 

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Il Mattino