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Cravatta rossa, un classico per lui, giacca blu e la stessa verve che aveva negli anni ‘90. Il rientro ufficiale di Bassolino nella politica ha questi colori. Il battesimo del comitato elettorale stamane alle 11,30, affollatissima la conferenza stampa, fa salire la febbre elettorale pur mancando ancora 6 mesi al voto.
«Ho letto dalla stampa che qualcuno ha fatto il tifo perchè le elezioni slittassero pensando che io mi spompassi. Eccomi io sono qui, corro, cammino fra la gente e non mi fermo. Io mi candido. Penso di dare una mano, candidandomi, a tutte le forze di sinistra e di centrosinistra che vogliono bene a Napoli e che vogliono avere un ruolo nella rinascita della città. Penso di dare una mano anche a forze che si sono suicidate negli anni scorsi».
Il riferimento al Pd non è affatto casuale: «Quello del Pd - racconta è un progetto incompiuto - doveva essere una forza che si attestava attorno al 30%.
La sede da cui riparte l’ex sindaco e Presidente della Regione è invece un bellissimo e grande appartamento in via Toledo a quattro passi da Piazza Dante. Non è la polemica politica - tuttavia - quella che gli interessa oggi, anche se non si sottrae, profonda è infatti la ferita che ormai il suo ex partito gli ha provocato. Per Bassolino -il tema di giornata è il recovery plan.
«Entro il 30 aprile - racconta - il Governo Draghi deve presentare i progetti per 200 miliardi gran parte andrà al sud e il mio appello è che a Napoli a iniziare dai candidati e dalle Istituzioni ci sia unità per formularne molti progetti per avere quanti più soldi per la nostra città. Il mio auspicio è che vengano coinvolti tutti in una grande discussione anche i candidati a sindaco».
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