«Quando andate a votare, guardare in faccia i candidati. Uno solo ha lavorato, nessuno è laureato». La campagna elettorale di Silvio Berlusconi passa...
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Perfetto barometro la risposta in termini di applausi alle battute di Berlusconi. Che ha esordito rammaricandosi di «un sondaggio dove soltanto il 33 per cento delle ragazze vuole fare sesso con Silvio Berlusconi, mentre il 67 dice Ancora!». E ha chiuso la sua performance rispondendo a David Parenzo che ha provato a togliergli la parola: «Chi verrà dopo di me dirà solo cazzate».
Anche in questi casi applausi e risate sono arrivate soprattutto dalle file finali. Ma da Capri Berlusconi ha mandato segnali anche agli alleati. Ha annunciato che a metà della prossima vedrà Matteo Salvini e Giorgia Meloni, con i quali c'è accordo su quasi tutto il programma. Soprattutto ha voluto sottolineare che ha trovato la quadra con i leader dei partiti alleati sul futuro governo: su dodici totali compresi il premier, «tre ministeri vanno a Forza Italia, tre alla Lega, due alla Fdi-An». Sempre da Capri il premier ha svelato di «aver convinto Salvini a non uscire dall'euro, ora mi sembra parli di altro». Il Cavaliere non esclude, al riguardo, un ritorno della lira ma soltanto per affiancare l'euro negli acquisti di ogni giorno come le Amlire nel dopoguerra.
Guardando al programma, Berlusconi ha annunciato di voler introdurre nell'ordinamento giudiziario la cauzione per superare carcerazione preventiva. La pensione minima salirà a mille euro e ne sarà creata una ad hoc per le casalinghe. E poi flat tax per tagliare il fisco e reddito di cittadinanza anche a chi è in povertà assoluta.
E pensare che la giornata caprese di Berlusconi era iniziata in tono minore. Quando è sceso dalla macchina, a pochi metri dalla piazzetta di Capri, ha gelato le aspettative delle troupe televisive e dei fotografi: «Parliamo dopo, quando arrivo al Quisisana». Ma Berlusconi, ospite d'onore al Convegno dei giovani industriali di Capri, ha subito rotto il suo proposito.
Dopo pochi metri si sono già creati i primi gruppetti di fan. Poi, arrivato in piazzetta, è stato accolto da un fragoroso applauso liberatorio, che ha anche sciolto un Berlusconi apparso meno ricettivo del solito. Ma è bastata un po' di folla per dare l'avvio allo show. Nel breve tratto che divide la Piazzetta dal Quisisana è stato il caos, con la scorta che - senza riuscirsi - provava a blindare il leader e ad accelerare il passo. Tutto è stato inutile.
Il Cavaliere spargeva sorrisi e strette di mano come un forsennato. Una signora gli ha gridato «Presidente, facciamoci un selfie». Lui non se l'è fatto ripetere due volte: ha fermato il corteo, ha scelto la prospettiva migliore e abbracciato anche il marito della donna. Per poi sentirsi dire: «È un momento bellissimo». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino