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«Attenti, attenti: se si ferma a inizio palco per salutare, lanciate la uno. È la grande tensione della messa in onda, quella che agita la centrale operativa della macchina coreografica dell'evento che vede il ritorno di Berlusconi su un palco a Napoli, nella seconda giornata della convention di Forza Italia. Balconata del teatrino della Mostra d'Oltremare che dà sulle piscine, la parte destra della loggia è per il pubblico, la parte sinistra è riservata. Una batteria di cavi, monitor, trespoli, con una decina di operatori con cuffie e microfoni presidia lo spazio. Da qui si governa lo spettacolo. Berlusconi sta per entrare. Nulla deve essere lasciato al caso. Sono passati da pochi minuti le dodici, quando il cavaliere irrompe alla sinistra della platea. Dietro di lui, l'inseparabile compagna, Marta Fascina. Il banco regia è attraversato da una scossa di eccitazione. «Eccolo, eccolo».
Partono luci, si accendono i maxischermi laterali. Il volto deve essere sempre liscio. Mai una piega, mai un'ombra. Berlusconi lascia la mano di Marta, va verso il podio. «Luci, luci. Accendere microfono. Camera due». Dal fondo della sala si srotola sulle teste di tutta la platea una enorme bandiera tricolore che arriva fino al palco. Il cavaliere allarga le braccia, come a dire: che sorpresa. In realtà, Antonio Tajani aveva già svelato la coreografia, avvertendo i fotografi di spostarsi. La bandiera, la musica, il sorriso enorme di Berlusconi, trasformano l'iniziativa politica in una mega festa di compleanno. Sembra poter partire un ballo latino-americano da un momento all'altro, o comparire una gigantesca torta, magari senza la ballerina dentro. Invece la bandiera viene arrotolata velocemente (anche perché qualcuno dalla platea cominciava a tossirci sotto), la musica si abbassa e Berlusconi inizia a parlare. Scende il silenzio, luccica il sorriso.
«Guarda che dentiera», sussurra una ragazza al suo vicino. «Ma quale dentiera, quello avrà gli impianti nuovi». Tutti fissano il Cavaliere nei maxischermi. Si commentano le pieghe sul collo, i capelli nerissimi, la voce un po' roca e affaticata, le mosse lente. «È in forma», dice quasi sollevata una signora in tailleur blu. «A me non sembra più lo stesso», rompe il coro il vicino.
Terminato il discorso del Cavaliere, la convention si è sciolta come un gelato. Una decina gli autobus nel parcheggio, provenienti dall'entroterra campano e dalla Calabria. Nessuna folla oceanica, come quelle del passato. Il minimo necessario per riempire gli spazi. Molti con i loro mezzi, in modo ordinato, si sono dispersi nell'enorme parco della Mostra. Berlusconi ha guadagnato una uscita laterale, seguito dalla scorta e dai fotografi, e si è rifugiato nell'Hotel Santa Lucia, dove ha alloggiato. Stavolta nessun pranzo fuori ma un pasto (pomodori, mozzarella, pesce bandiera) con i fedelissimi nel ristorante dell'albergo. La compagna Marta, ovviamente. La mamma di lei, dopo che ieri a pranzo c'era invece il padre. I capigruppo di Camera e Senato, Barelli e Bernini, Licia Ronzulli e Antonio Tajani. Una foto ricordo davanti a uno spugnoso babà di Tizzano, la confidenza agli amici di un desiderio che sta diventando realtà: comprare casa a Capri, ricordando Guido Lembo. «Ne ho una a Lampedusa ma la situazione lì è difficile, a Capri ne ho viste già dodici», avrebbe confidato il Cavaliere. «Ma che prezzi!». Colpa della pandemia, hanno detto i commensali in coro. «Ma la comprerò lo stesso, voglio diventare caprese», ha detto Silvio. Verso sera, all'uscita dall'hotel per andare a cena da Sorbillo sul lungomare (le immancabili pizze coi nomi di Silvio e Marta), un piccolo bagno di folla con qualche decina di passanti. Il Cavaliere è sorridente, così contento che pare abbia gelato il sangue ai collaboratori dicendo: «Dobbiamo per forza partire domani mattina?».
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Il Mattino