Vi sarebbero sviluppi investigativi sull'episodio della bomba fatta eslodere nella serata di domenica scorsa al terzo gol del Napoli, firmato da Lorenzo Insigne, durante il...
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Secondo esperti artificieri che hanno esaminato le schegge e i danni provocati dalla deflagrazione, l'ordigno sarebbe di produzione artigianale, anche se confezionato da mani molto esperte. L'esplosivo è di quelli a polvere pirica, miscelata con scaglie metalliche di lamierino d'acciaio tritato e chiodi.
Accurato il posizionamento: la bomba è stata collocata in maniera da indirizzare l'onda d'urto quanto più possibile in direzione della parte interna di vico Pergola. Nonostante ciò numerosi sono stati i frammenti che si sono conficcati anche nella vetrina di un negozio di protesi acustiche, al corso Garibaldi.
Stando alle prime ipotesi investigative l'azione non è direttamente collegata alla partita di calcio del Napoli, anche se il momento dell'esplosione è stato accuratamente scelto: dai residui sono emersi frammenti di componenti elettronici che lasciano pensare all'impiego di un innesco radio-controllato.
Di sicuro, secondo fonti investigative non ufficiali, lo scoppio è da mettere in correlazione con un'azione dimostrativa portata a segno, un paio di giorni prima, in vico Guardia, altro budello che conduce in via Sant'Antonio Abate: esplose raffiche di proiettili con una mitraglietta in direzione di precise abitazioni. L'intera zona, stando alle cronache più o meno recenti, non era interessata a lotte «intestine» come quelle registrate nel circondario di Forcella.
Secondo la geopolitica dei clan quell'area è sotto l'influenza del boss Eduardo Contini e, per il borgo Sant'Antonio Abate, il suo luogotenente Giuseppe dell'Aquila, attualmente detenuto. Gli inquirenti non escludono che, sull'onda emotiva dei recendi episodi che hanno interessato la vicina zona di Forcella, possa essere in corso una guerriglia locale tra i luogotenenti del capozona per «accaparrarsi» la reggenza dell'intera area. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino