Boss libero, il pm corre ai ripari e lo accusa in extremis di traffico di droga

Boss libero, il pm corre ai ripari e lo accusa in extremis di traffico di droga
Dieci mesi per trasmettere le carte da Napoli a Roma, destinazione Cassazione; nove mesi per fissare un'udienza, quando ormai i termini sono scaduti e un presunto boss...

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Dieci mesi per trasmettere le carte da Napoli a Roma, destinazione Cassazione; nove mesi per fissare un'udienza, quando ormai i termini sono scaduti e un presunto boss è stato scarcerato. Giustizia lumaca, ci risiamo, la Procura di Napoli studia le contromosse, mentre un personaggio del calibro di Nicola Rullo viene scarcerato: ritorna libero a dispetto di una condanna in appello a dieci anni di reclusione e di un processo nel merito che non si è ancora concluso. Ma resta libero per una sola notte, appena 24 ore, il tempo necessario alla Procura di Napoli di presentare il conto, di notificare un fermo in cui Rullo viene accusato di traffico di stupefacenti. Non sono rimasti inerti, lì in Procura, non si sono limitati a masticare amaro, dopo il nuovo caso di giustizia lumaca, firmando un ordine di custodia cautelare in carcere per l'uomo indicato come testa di ponte dell'Alleanza di Secondigliano nel cuore cittadino (siamo nelle case nuove, a pochi passi dal rione Mercato). Una mossa inattesa, firmata dal pm anticamorra Ida Teresi e dal capo della Dda Giuseppe Borrelli, che non rimuove però la stranezza del caso, l'anomalia di una scarcerazione per decorrenza dei termini, in un processo a carico di un solo imputato: 19 mesi in attesa di un'udienza che viene fissata - ironia della sorte - dieci giorni dopo l'avvenuta decorrenza, praticamente fuori tempo massimo. Ci vollero i carabinieri dei cacciatori di Calabria (ottobre del 2017) per stanare a Itri l'allora latitante Nicola Rullo e notificargli un ordine di arresto per una condanna a dieci anni di reclusione. Due giorni fa, invece, è bastato un timbro del Riesame di Napoli per accogliere l'istanza difensiva di Rullo (rappresentata dai penalisti Domenico Dello Iacono, Salvatore Pane, Saverio Senese) e restituire piena libertà al presunto camorrista. Tecnicamente si tratta di un caso di decorrenza dei termini di fase, dal momento che sono trascorsi un anno e cinque mesi dall'applicazione della misura (successiva alla condanna in appello) rispetto all'udienza in Cassazione.

 

Ma proviamo a ripercorrere le tappe di questa storia: in primo grado Rullo viene assolto e scarcerato dall'accusa di aver consumato un'estorsione facendo leva sul proprio presunto spessore criminale; in appello viene invece condannato a dieci anni, quanto basta a far scattare un ordine di arresto: è il 26 ottobre del 2017 quando il blitz dei carabinieri consente di stanare a Itri il presunto boss dell'Alleanza di Secondigliano. Ma Rullo non ci sta e ricorre per Cassazione per ottenere l'assoluzione: gli atti arrivano a Roma nel luglio del 2018, una decina di mesi dopo la condanna in appello; e a Roma i giudici impiegano nove mesi per fissare l'udienza a carico di Rullo: viene indicata la data del 26 aprile del 2019, quando ormai i termini sono scaduti. Inevitabile la contromossa della difesa che ottiene la scarcerazione di Rullo dai giudici del Riesame di Napoli che, dal canto loro, non possono fare altro che registrare la decorrenza dei termini di fase. E a Napoli c'è rabbia, anche per il presunto spessore del personaggio, in una fase di particolare fibrillazione dei clan che si contendono a colpi di sparatorie e omicidi pezzi di territorio su cui imporre le proprie regole. Pochi giorni fa il delitto di San Giovanni a Teduccio (quello consumato alle 8.45 di fronte alla scuola Vittorino da Feltre) è stato solo l'ultimo capitolo di una guerra che vede in campo i Rinaldi (a loro volta spalleggiati da quelli dell'Alleanza di Secondigliano) contro i Mazzarella. Arresti eccellenti e scarcerazioni silenziose, incubo faida nel centro cittadino. Ed è proprio da una delle inchieste più recenti che emergono gli elementi utili alla Procura a mettere una toppa a probabili errori o dafaillances commessi altrove, nel passaggio delle carte da una sezione all'altra, da un grado all'altro del processo. Accuse per droga, provvedimento di fermo notificato al presunto boss mentre andava a firmare come sorvegliato speciale, mentre a Napoli ora c'è chi vuole capire come si è arrivati alla decorrenza dei termini. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino