Patto per Napoli, Caldoro attacca: «Più recita che sostanza»

Stefano Caldoro
«Più recita che sostanza». Così Stefano Caldoro, in un video su facebook, commenta la firma del Patto per Napoli. «Una grande attenzione mediatica...

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«Più recita che sostanza». Così Stefano Caldoro, in un video su facebook, commenta la firma del Patto per Napoli. «Una grande attenzione mediatica per sottoscrivere un accordo che non ha particolari novità. Si sono scomodati sindaci e prefetti, il Presidente del Consiglio e quello della Regione, liti ed accordi. Già in occasione della prima firma - ricorda il capo della opposizione di centro destra in Consiglio regionale della Campania - dimostrammo, in una conferenza stampa, che il 90 per cento di quei 10 miliardi annunciati erano già programmati. Scomodarono mezzo mondo per cose indubbiamente utili ma vecchie».



«Questa seconda firma, che - sottolinea - non definirei Patto ma altro, su Napoli prevede un elenco di opere in parti vecchie. Più del 50% delle opere (circa 300 milioni) già programmate. Da Napoli Est, ai depuratori, fino alla opere della metro - dice Caldoro che in video mostra i documenti in relazione alle due firme - erano già in cantiere, nella vecchia programmazione. L'unica novità è che fra la prima e la seconda firma si è perso un miliardo, si è infatti passati da 11 miliardi a 10». «Le opere erano già nelle casse della Regione. De Magistris in verità - aggiunge Caldoro - lo ha anche ricordato, solo poche novità proposte dalla Amministrazione comunale. Quando le cose si gestivano con serietà non si facevano queste recite. Non lo ha fatto la mia amministrazione e non lo hanno fatto le amministrazioni precedenti. Le firme di questi presunti patti non hanno nessun valore, parliamo infatti di provvedimenti che i ministeri mettono in moto automaticamente».


«Il patto è una recita, è tutto documentato. Il 90 % non riguarda Renzi, De Luca e lo stesso De Magistris. La politica non deve illudere nessuno parlando di opere nuove, sono cose vecchie e già assegnate alla città di Napoli ed alla Regione», conclude.
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Il Mattino