«Questa seconda firma, che - sottolinea - non definirei Patto ma altro, su Napoli prevede un elenco di opere in parti vecchie. Più del 50% delle opere (circa 300 milioni) già programmate. Da Napoli Est, ai depuratori, fino alla opere della metro - dice Caldoro che in video mostra i documenti in relazione alle due firme - erano già in cantiere, nella vecchia programmazione. L'unica novità è che fra la prima e la seconda firma si è perso un miliardo, si è infatti passati da 11 miliardi a 10». «Le opere erano già nelle casse della Regione. De Magistris in verità - aggiunge Caldoro - lo ha anche ricordato, solo poche novità proposte dalla Amministrazione comunale. Quando le cose si gestivano con serietà non si facevano queste recite. Non lo ha fatto la mia amministrazione e non lo hanno fatto le amministrazioni precedenti. Le firme di questi presunti patti non hanno nessun valore, parliamo infatti di provvedimenti che i ministeri mettono in moto automaticamente».
«Il patto è una recita, è tutto documentato.
Il 90 % non riguarda Renzi, De Luca e lo stesso De Magistris. La politica non deve illudere nessuno parlando di opere nuove, sono cose vecchie e già assegnate alla città di Napoli ed alla Regione», conclude.